Dopo le affermazioni di alcuni rappresentanti di un'associazione venatoria (non specificata), Federcaccia in un comunicato torna a smentire la voce secondo cui la Federazione Italiana della Caccia sia a favore dell'abolizione dell’articolo 842 del codice civile “per mandare i cacciatori a pagamento nelle sue riserve”.
"A parte la fantomatica proprietà di Aziende faunistiche che Federcaccia non vanta - si legge nel comunicato - , la nostra posizione sull’articolo 842 che consente l’accesso dei cacciatori ai fondi altrui è chiara e netta, ribadita pubblicamente anche poche settimane fa. Se non bastasse, analoghe considerazioni sono state espresse nei giorni scorsi dal presidente nazionale Massimo Buconi nel corso dell’ultima riunione della Cabina di regia e riportate nel verbale della stessa, sottoscritto dai rappresentanti di tutte le associazioni presenti, compresi quelli dalla memoria corta e dalla fantasia galoppante".
La Federazione conferma la propria disponibilità, come già affermato pubblicamente, ad "un confronto serio su come una risorsa rinnovabile quale è la selvaggina possa divenire ANCHE una forma di risorsa economica per il sistema e per l’impresa agricola. Una cosa non esclude l’altra, ma sui fondamenti del sistema venatorio italiano Federcaccia non è disponibile a scendere a compromessi: l’842 non si tocca!".
Fidc definisce queste voci sul proprio conto "pretestuosi e vergognosi attacchi, provenienti da chi evidentemente ha l’unico vero interesse nel vendere qualche tessera in più. Non disdegnando però - continua - di godere dei vantaggi del sedere a un tavolo dove proprio Federcaccia ha sempre messo in comune per il bene della caccia e di tutti i cacciatori, quale che sia la loro associazione di appartenenza, tutti i risultati dei suoi sforzi in termini umani ed economici. A partire da quelle ricerche che consentono alle Regioni di resistere alle assurde richieste di restrizione di tempi e specie del ministero dell’Ambiente e Ispra, in Italia e in Europa. Evidentemente anche questa è una disponibilità malriposta, che andrà ripensata".