A proposito del dibattito sull'842, torniamo sulla decisione dello scorso 10 luglio della Corte Costituzionale che, sul ricorso di legittimità della legge regionale sulla caccia del Piemonte, ha stabilito la liceità di disporre il divieto di caccia su richiesta dei proprietari terrieri.
Il ricorso, presentato dal Consiglio dei Ministri ad agosto 2018, era stato parzialmente ritirato a seguito di una nuova modifica della legge, che a dicembre 2018 ha corretto una delle parti impugnate, ovvero la disposizione in presunto contrasto con l'articolo 842 del codice civile, che ha dato facoltà ai proprietari di fondi di vietare la caccia sul proprio terreno, facendo opportuna richiesta alla Provincia.
La precedente formulazione prevedeva il meccanismo del silenzio-assenso sulla richiesta del privato di vietare la caccia sul suo fondo, quella in vigore - salvata dalla Consulta - invece stabilisce che sia la Giunta regionale a definire criteri e modalità del divieto, compresa l'apposizione a cura del proprietario di tabelle che delimitano il perimetro dell'area interessata.
Il che significa che per la prossima stagione il divieto sarà possibile solo qualora la Giunta stabilisca tutti i dettagli. Non prima di aver provveduto ad assumere anche il parere della Terza Commissione del Consiglio regionale competente in materia. Intanto le associazioni animaliste sono già in fermento. Il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Oipa, Pro Natura, Sos Gaia, ha invitato i conduttori dei fondi provati ad attivarsi, inviando le proprie domande in Regione.