E' stata depositata oggi in consiglio regionale dell'Emilia Romagna una risoluzione Pd a prima firma Gian Luigi Molinari sulla caccia di braccata.
“Un metodo di prelievo estremamente diffuso in Emilia Romagna e più in generale in tutta Italia -chiarisce il Consigliere regionale- che da sempre unisce efficacia nell’azione e, attraverso l’aspetto aggregativo, responsabilizza cacciatori e intere comunità al controllo capillare del territorio. "Nonostante la nuova Legge regionale ed il Piano Venatorio collegato che individuano ed affidano ai vari ATC un ruolo centrale nell’organizzazione e nella gestione dell’attività venatoria, la caccia di braccata, si sottolinea nella risoluzione Pd, è l’unico strumento -scientificamente provato- in grado di contenere la proliferazione delle popolazioni di cinghiali particolarmente diffusi nei nostri appennini", spiega.“La caccia di selezione -prosegue Molinari- può essere uno strumento integrativo ma assolutamente non sovrapponibile alla braccata, perché agisce su numeri infinitamente inferiori rispetto ai metodi tradizionali.”
La risoluzione a prima firma Molinari chiede un impegno della Giunta regionale ad agire su ISPRA (l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) per la dovuta approvazione alla caccia di braccata che deve unirsi ad un’azione di revisione della Legge n.157 per arrivare al riconoscimento e valorizzazione del ruolo dei coadiutori e selettori quali “operatori abilitati” ai piani di controllo .
“La braccata -conclude il Consigliere piacentino- deve tornare ad essere considerata uno strumento unico che unendo cultura e socialità consente di operare efficacemente e in sicurezza anche nelle zone dove l’attività venatoria è preclusa.”