“Ormai siamo ai primi giorni del mese di agosto e non si hanno notizie del calendario che, secondo la legge doveva essere pubblicato nel mese di giugno". Lo denuncia l'Arci Caccia L'Aquila, evidenziando che ad ora non si conosce come, quando e dove si potrà esercitare l’attività venatoria nella regione Abruzzo.
L'associazione fa presente che evidentemente "non si potrà esercitare l’addestramento dei cani, cosa più importante per i seguaci di Diana, con il beneplacito dei cinghiali che possono scorrazzare nelle colture arrecando danno agli agricoltori rassegnati. Ormai il caos è totale”.
A tutto ciò si aggiunge la situazione precaria degli Atc. Scrive ancora l'associazione venatoria: “gli Ambiti territoriali di caccia della provincia dell’Aquila ormai scaduti, quindi, secondo noi impossibilitati, a prendere decisioni sia economiche che regolamentari che abbiano valore per i prossimi anni. Infatti, i 5 Atc della provincia dell’Aquila sono scaduti da oltre un anno e non sono stati né rinnovati, né commissariati e non si riesce a comprenderne le ragioni. Ovvero si suppongono, ma non si sanno”.
“La situazione al di sopra di ogni cosa non ci sembra molto edificante nella regione Abruzzo, regione dei Parchi, dove di parole di rispetto dell’ambiente “agricoltura, flora e fauna”, i politici si sono riempiti la bocca per molti anni” conclude l’associazione venatoria.