Nei giorni scorsi in Umbria, come abbiamo visto, è stato approvato il nuovo Piano Faunistico Venatorio, su sollecitazione di alcune associazioni venatorie, che avevano lanciato l'allarme per la certezza della preapertura. Arci Caccia in una nota contesta questa necessità, evidenziando che i problemi sollevati, erano già risolti con l’approvazione del calendario venatorio nel mese di giugno che indicava come inizio della stagione venatoria la terza domenica di settembre, atto legittimo e non più impugnabile.
Continua la nota Arci: "Il Piano faunistico è stato approvato nell’incertezza totale e con molti dubbi da parti di molti Consiglieri Regionali sia di opposizione che di maggioranza a fronte del parere negativo espresso dall’ufficio legislativo e dal segretario del Consiglio Regionale, in quanto l’approvazione del piano non rientra nell’ordinaria amministrazione, momento in cui possono essere approvati solamente atti ritenuti indifferibili e urgenti, cosa che non è stato ritenuto il Piano Faunistico".
"Tutto ciò - spiega Arci Caccia - ha già portato sul piede di guerra il WWF, il quale ha già annunciato ricorsi circa il percorso che ha portato all’approvazione del Nuovo Piano, gettando ancora di più nell’incertezza la prossima stagione venatoria, è giusto precisare che questo percorso non è stato condiviso con Arci Caccia, in quanto siamo stati informati il giorno prima della riunione della Terza Commissione, ma è stato orchestrato da alcune associazioni venatorie vicine alla maggioranza dell’attuale governo regionale e da altre vicine alle forze di opposizione".
"Secondo quanto riferito dai tecnici della Regione e dall’Assessore - scrivono dall'Arci Caccia - , visto il periodo, non ci sarebbero i tempi tecnici per consentire la pre-apertura il 1 settembre, in quanto è necessario il parere obbligatorio ma non vincolante per le Regioni da parte dell’ISPRA e la successiva approvazione della Giunta Regionale, di fatto la possibile data di pre-apertura potrebbe essere l’ 8 settembre".
L'Arci Caccia vede l’approvazione del nuovo piano in funzione della pre-apertura come "un'operazione elettorale per ottenere consensi in vista delle prossime elezioni". Il tutto "senza valutare minimamente le conseguenze che ne possono derivare sia dal punto di vista politico e venatorio nel caso in cui i ricorsi già annunciati, dichiarino illegittimo l’atto di approvazione del Piano".