Ancora nulla di fatto sulla soluzione dell'emergenza cinghiali a Roma. Come denuncia all'Adnkronos il presidente del Municipio XV, Stefano Simonelli, non essendoci stato contenimento, nelle periferie romane i cinghiali ed i problemi connessi alla loro presenza, non possono che aumentare. “Al momento come Municipio – evidenzia Simonelli - non possiamo fare niente se non premere perché gli enti competenti, Regione, Comune e Città metropolitana, arrivino ad un accordo".
Sì perché il protocollo d'intesa firmato a inizio anno, non è mai entrato in azione. “Tre anni fa, proprio su sollecitazione del Municipio XV, è partito un tavolo, coordinato dalla Prefettura, e si è arrivati ad un testo condiviso. "Sono stato a tutte le riunioni in Prefettura - racconta Simonelli - Si erano stabilite delle linee guida, risolvendo così il problema atavico del 'chi deve fare cosa'. Ogni singolo intervento poi avrebbe avuto un approfondimento zona per zona, una cosa è un cinghiale in un parco, un’altra in una zona stradale. Qualche mese fa il testo è stato approvato dalla Giunta regionale, poi tutto si è arenato. Roma Capitale e Città metropolitana hanno chiesto delle modifiche sull’utilizzo dei previsti potenti sedativi, troppo impattanti sui cinghiali, che non avrebbero permesso di rimettere l’animale in produzione, o di riutilizzare la carne o di reinserirlo in altri ambienti".
Intanto gli incidenti stradali e gli incontri ravvicinati con i suidi, particolamente pericolosi in presenza di prole, sono all'ordine del giorno. I cinghiali da tempo frequentano con estrema tranquillità i cassonetti della spazzatura, dove, grazie anche al carente servizio di nettezza urbana, trovano sostentamento.
Simonelli è determinato ad arrivare in fondo. "Pochissimi giorni fa ho affrontato la questione a livello capitolino dove mi è stato assicurato che l’interlocuzione è in corso e si sta arrivando ad un accordo con la Regione. Io però finche non vedo, non credo. Non vorrei - ha proseguito Simonelli - che tre anni di lavoro andassero in fumo. Sono testardo, starò addosso a tutti quanti affinché ci diano la possibilità di intervenire. Anche perché il protocollo è l’inizio, non la conclusione, di un percorso operativo. Siamo stati tanto tempo a discutere al tavolo: ora cerchiamo di agire visto che ormai gli ungulati sul territorio sono una presenza davvero importante".