Fioccano le proteste in direzione dell'Assessore Edgardo Bandiera per il calendario venatorio. La Confederazione Cacciatori siciliani uniti ne chiede le dimissioni, per “inadempienze in materia faunistico – venatoria”. Secondo il presidente della Confederazione , Carmelo Alfano, queste inadempienze sono: il mancato rinnovo dei piani regionali faunistico-venatori scaduti, la mancata istituzione dei comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia; lo smantellamento delle Ripartizioni faunistico venatorie quali uffici preposti alla tutela della fauna selvatica ed alla disciplina dell'attività venatoria; l'approssimazione nella elaborazione dei calendari venatori quali strumenti indispensabili per l'attività venatoria.
Anche dall'Associazione Liberi Cacciatori Siciliani arrivano accuse ben precise sul calendario approvato: “la peggiore macchinazione nei confronti dei seguaci di Diana” e ancora “un intervento altamente chirurgico nel colpire i punti chiave della nostra passione”.
“Sono state toccate le specie, vedi la tortora in pre apertura, questo accade solo in Sicilia, - si legge nella loro nota - i luoghi, vedi i parchi o riserve naturali, i Monti Sicani e Pantani di Pachino, non più tali ma con un colpo di bacchetta magica per incanto, ovviamente con poca consapevolezza legale, non autorizzati alla caccia, i cinghiali con limitazioni sia nel tempo che nei luoghi e modi di caccia a dir poco cervellotici, i periodi, vedi alcuni anatidi o addirittura per assurdo la beccaccia, per non parlare della caccia principe in Sicilia,. il coniglio selvatico, che tutt’oggi è un’incognita”.