Dopo la pubblicazione del Calendario Venatorio siciliano, le associazioni venatorie riconosciute hanno diramato una lettera aperta alla Regione. Eccola:
Molte parole si stanno spendendo sul Calendario Venatorio 2019/20 ma, dopo l’amara esperienza della precedente annata, non ci potevamo aspettare nulla di buono. E’ talmente evidente che nessuno di noi può affermare che l’attuale Calendario è quello che i Cacciatori siciliani si auguravano.
Siamo stati sicuramente danneggiati oltremodo ma a questo punto, dopo i fatti dello scorso anno che hanno visto impugnative e sentenze più sfavorevoli che favorevoli, cosa ci potevamo aspettare di buono quest’anno?
Perseverare ancora con gli stessi atteggiamenti e comportamenti di ieri crediamo che non si arriverà a nessun risultato positivo per cui invitiamo tutti ad essere più pacati e riflessivi per il bene della nostra passione cui tutti sicuramente teniamo oltremodo.
Riteniamo che oggi, arrivati al capolinea, non sia più il momento dei proclami e delle sommosse. Oggi si rende necessario ed indifferibile che le Associazioni Venatorie assieme alle Istituzioni preposte, al mondo Agricolo ed al mondo Ambientalista si siedano SUL SERIO attorno ad un tavolo per programmare anche in Sicilia ciò che la nostra legge Quadro Nazionale (L. 157/92) prevede in merito alla tutela ambientale ed all’esercizio della caccia e che la nostra Legge Regionale n. 33/97 non prevede.
Con ciò non vogliamo assolutamente sponsorizzare la proposta di modifica/stravolgimento dell’attuale L.R. n.33/97 che da diverso tempo si trova in III^ Commissione ARS e che più volte ed in diverse occasioni abbiamo ribadito piena di profili di incostituzionalità e mancato rispetto della Legge Nazionale, ma desideriamo collaborare per la revisione di alcuni articoli dell’attuale Legge che ci permetterebbero la gestione del territorio e delle specie selvatiche.
Riteniamo, altresì, ingiustificabile ed inammissibile lo smantellamento delle Ripartizioni Faunistico Venatorie, senza aver prima creato una valida alternativa, che tanta confusione e disservizio stanno provocando tra i Cacciatori e le Associazioni Venatorie. I Progetti in essere stanno trovando enorme difficoltà nella loro realizzazione causa questo disservizio. Ma a chi importa? Tanto si parla di quei pochi di buono dei Cacciatori!
Rientrando in tema Calendario Venatorio appare incomprensibile:
– il divieto della preapertura alla Tortora anche alla luce della motivazione scientifica che abbiamo trasmesso in Assessorato nella quale si riferiva che i dati regionali in possesso dimostrano un aumento della popolazione nidificante in Sicilia (Rete Rurale Nazionale Lipu 2019- Sicilia), che è stata oggetto di caccia nell’arco temporale di 18 anni, con giornate di preapertura e limiti più ampi di prelievo.
Appaiono oltremodo penalizzanti le seguenti date di apertura e chiusura:
– alla Quaglia – in tutti i Calendari troviamo un arco temporale di gran lunga superiore al nostro;
– agli Anatidi – neanche il Ministero dell’Ambiente ha avuto da ridire in nessun Calendario dell’Italia sulle date di apertura fissate al 15 Settembre con chiusura al 31 Gennaio – con alcune specie che compaiono e scompaiono da una bozza all’altra sino ad arrivare al Calendario definitivo con ancora ulteriori modifiche;
– inaccettabile la chiusura della caccia alla Beccaccia stabilita al 10 Gennaio quando lo scorso anno nella sentenza definitiva il CGA non toccava la data di chiusura fissata al 31 Gennaio;
– Priva di fondamento la caccia al Cinghiale in forma libera esclusivamente da appostamento temporaneo in quanto tale forma di caccia si utilizza per limitare gli abbattimenti e/o per non arrecare disturbo ad altre specie selvatiche. Ma se la caccia alla data del 2 Novembre è aperta a tante specie selvatiche e considerando la prolificità di tale selvatico perché questa limitazione di forma di caccia?
Incomprensibile il divieto di caccia in tutto il territorio “dell’ex istituendo Parco Regionale dei Monti Sicani”, anche come terminologia, dopo la recentissima sentenza del TAR Palermo (se ricordiamo bene per la terza volta)
Le scriventi Associazioni Venatorie hanno sempre e, a giusta ragione, ritenuto che, come in tema di Calendario Venatorio annuale – anche con riferimento e richiamo alle disposizioni previste dalla esistente legislazione – il dialogo e il confronto fra le parti sia necessariamente essenziale.
Tale confronto, che si svolge fra soggetti e categorie interessate, che sono molteplici e ben individuate dalla Legge di cui all’oggetto, conduce all’esame delle criticità e analizza le soluzioni, anche diverse, che possono essere adottate.
Sono già diversi anni che si accentua sempre più uno scollamento tra l’Istituzione Regionale del settore e le categorie interessate all’esercizio venatorio.
Sono state abrogate per disuso le riunioni, preliminari all’adozione di provvedimenti, che si svolgevano presso l’Assessorato all’Agricoltura, tra i rappresentanti delle Associazioni Venatorie, delle Associazioni Ambientaliste, delle Associazioni degli Agricoltori, e di altre Associazioni interessate; sono scomparsi i Tavoli tecnici ristretti assai utili alla formazione dei Calendari Venatori.
Si è di fatto determinata una “messa all’angolo” delle Associazioni Venatorie, principali protagoniste ed interessate del settore.
Tutto ciò è emerso con evidenza in occasione della recentissima riunione del Comitato Regionale Faunistico Venatorio (forse convocato soltanto per obbligo di menzione nell’emanando Calendario Venatorio!) per esprimere il parere su una bozza non letta e non conosciuta di Calendario.
Alla suddetta Riunione sono stati presenti, quasi esclusivamente, i rappresentanti delle Associazioni Venatorie ed in questa occasione c’è stata una serrata concertazione, nel rispetto delle varie posizioni.
E’ parso di intendere, da parte di chi rappresentava le Istituzioni, che l’Assessore assicurava la disponibilità ad intervenire con appositi correttivi non palesemente in contrasto con norme vigenti.
Ha destato forte perplessità la totale assenza dei Rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste! Erano già stati accolti tutti i loro divieti?
Sta di fatto, in conclusione, che nessuna istanza e proposta delle Associazioni Venatorie risulta accolta e che, quindi, sia stato emanato da appena qualche giorno un pessimo calendario venatorio, il più penalizzante calendario venatorio di tutte le Regioni dell’Italia. Anche se il danno si è già verificato coinvolgendo settori dell’industria, dell’economia e del turismo, rimane ancora la possibilità di ovviare alle incongruenze e di apportare qualche modifica utile attraverso un decreto assessoriale da emanare con una certa urgenza.
Le scriventi Associazioni Venatorie, pur tuttavia, offrono ancora una volta la loro disponibilità di collaborazione e chiedono una immediata ed urgente convocazione.
Con osservanza
I presidenti Anuu Migratoristi Sebatiano Valfrè; Arci Caccia Francesco D’Elia; Federcaccia Giuseppe La Russa; Enalcaccia Giuseppe Evola