Botta e risposta in Liguria tra l'Assessore Mai e l'Enpa a causa dell'abbattimento da parte della polizia provinciale di alcuni piccoli di cinghiale nel comune di Bergeggi nell'ambito di una battuta di controllo faunistico. Pochi giorni fa, a seguito delle proteste dell'Enpa, l'Assessore aveva invitato a non sottovalutare il problema del sovrannumero dei cinghiale e sottolineato che “la legge nazionale 157/92 vieta la reintroduzione dei cinghiali nel bosco”.
“Come Regione – ha spiegato Mai - abbiamo utilizzato i metodi che la legge ci consente: quindi la cattura attraverso le gabbie per svolgere interventi di rimozione del problema in totale sicurezza. Ove è possibile i cinghiali vengono trasferiti in zona di addestramento cani, oppure in aziende faunistico venatorie”.
Mai concludeva così: “Mi colpisce molto che l’azione delle agenti della vigilanza regionale, professionisti che lavorano per le istituzioni pubbliche con serietà e dedizione, rispettando la legge nazionale, sia criticata da chi non conosce le regole ed ha un approccio emotivo e non gestionale di un problema che può essere causa di gravi incidenti e può avere serie ripercussioni per la pubblica incolumità”.
A queste parole Enpa ha replicato, restituendo al mittente l'accusa: “La legge sulla caccia vieta l’immissione di cinghiali nell’ambiente (articolo 7 del Collegato Ambientale, legge 221/2015) ma non la reimmissione”. “Liberare in zone boschive lontane i cuccioli di cinghiale catturati nelle gabbie di Bergeggi era una soluzione umanitaria ed efficace (il soggetto catturato, memore del trauma subìto, difficilmente ritornerà sul posto), invece di fucilarli sul posto, perfettamente rispettosa della legge sopra menzionata, perché si spostavano da un ambiente ad un altro animali appartenenti all’ambiente stesso”.