Non avendo ricevuto il parere obbligatorio dell'Ispra, la Regione Umbria non ha potuto approvare la preapertura. "Ci addolora anche se non ci stupisce più di tanto" scrive in una nota la Federcaccia regionale, evidenziando che di fatto almeno per quanto riguarda la prima delle due giornate programmate per la preapertura - domenica primo settembre -, non si potrà esercitare l'attività venatoria.
Ora, sottolinea Fidc Umbria "resta da vedere se l'Ispra invierà o meno il parere alla Regione, se non altro, entro un tempo utile per la seconda giornata prevista per la preapertura, vale a dire domenica 8 settembre. Come associazione venatoria possiamo, purtroppo, fare veramente poco in questo senso, salvo appellarci alla politica e ai suoi rappresentanti affinché si attivino presso l'Istituto di Bologna".
L'associazione ringrazia ugualmente il consiglio regionale uscente e l'assessore delegato Fernanda Cecchini, "poiché grazie al loro lavoro è stato possibile dar vita al Piano Faunistico-Venatorio regionale, che sarà il piano regolatore della caccia in Umbria per i prossimi cinque anni".
"Avevamo chiesto le due giornate, lasciando alla Regione il compito di decidere di quali specie consentire l'abbattimento. La nostra non era una richiesta formulata così, tanto per sparare: volevamo due giorni durante i quali i cacciatori avrebbero potuto decidere se andare a caccia o fare altro. Averli privati di questo loro diritto sacrosanto è una sconfitta per tutti, fermo restando il fatto che la legge quadro nazionale 157/92 stabilisce, è bene ricordarlo, che andare a caccia è un diritto, e non un reato" chiude Fidc Umbria.