In merito alla notizia di un mancato risarcimento relativo a un incidente di caccia avvenuto nel 2016, che ha comportato sfortunatamente il ferimento di un cacciatore cagliaritano, interviene la Federcaccia in una nota, spiegando i dettagli dell'accaduto.
"Nel riportare il fatto - fa presente Fidc - viene evidenziato che la compagnia assicuratrice del supposto feritore si rifiuterebbe di pagare l’indennizzo previsto e si tira in causa Federazione Italiana della Caccia che all’epoca aveva fra le compagnie di assicurazione a cui è legata la propria tessera Ariscom, oggi AgroGlobal, oggi per altro non più fra i partner assicurativi della Federazione".
A tutela del buon nome della Federazione, e della serietà delle compagnie assicuratrici cui si appoggia, la stessa precisa che i risarcimenti per responsabilità civile vengono liquidati solo una volta che questa responsabilità sia stata accertata in capo all’assicurato. "Nella fattispecie - viene spiegato - , trattandosi di un colpo di rimbalzo si può ipotizzare che la compagnia non abbia ravvisato responsabilità dell’assicurato e quindi abbia eccepito il caso fortuito. Ovviamente, qualora il giudice ravvisi la responsabilità dell’assicurato con conseguente condanna del medesimo al risarcimento del danno, la compagnia sarà obbligata a risarcire il danneggiato e tenere indenne l’assicurato dal pagamento della somma liquidata in sentenza in favore del danneggiato stesso". La sentenza del processo è fissata per lunedì 9 settembre.
"Oltre alle difficoltà e ai fastidi in cui sono incorsi, ma non certo per nostra responsabilità, gli interessati dispiace soprattutto che per una circostanza che si verifica ogni giorno in qualsiasi campo – automobilistico, nautico, aziendale… - nel nostro mondo ci sia stato subito chi si è preoccupato di amplificare la notizia trasformandola in un “Federcaccia non paga i sinistri”, con il solito unico e squallido scopo di vendere la propria tessera. In 10 anni dai nostri partner assicurativi sono stati gestiti oltre 50.000 sinistri, risolti in meno di 60 giorni e solamente con lo 0,02% di contestazioni" conclude Federcaccia.