I giovani e le donne sono una risorsa indispensabile per la caccia di oggi e per quella di domani. Soprattutto se si impegnano per la promozione e il sostegno di questa nostra attività. In questa prospettiva abbiamo dato inizio alla pubblicazione delle testimonianze di tanti di coloro che si danno da fare con responsabilità e impegno. Una concreta speranza per la caccia di domani, da parte di chi è pronto a ricevere il testimone dai tanti appassionati che fino ad oggi con dedizione continuano a tenere alta la nostra bandiera, consapevoli che il contributo degli uni e degli altri (e delle altre) è la strada più sicura per riaffermare i nostri valori.
IO CI SONO!
EMANUELA LELLO, LA GENDARME CON LA PENNA VERDE
L'avevamo lasciata scrittrice, la Emanuela Lello, ragioniera, quarantasette anni di Massa, la ritroviamo oggi guardia venatoria volontaria (ANLC provinciale, guidata da Andrea Draghi), e dall'aprile di quest'anno agente per la sicurezza presso il porto di La Spezia al servizio crociere, attività che le ha consentito ulteriormente di mettere a frutto le conoscenze linguistiche (inglese e tedesco) apprese durante il percorso di studi. Come i lettori di Bighunter sanno, Emanuela è cresciuta in un ambiente dove sia la caccia che la pesca sono quotidianità, mamma e papà le hanno trasmesso la passione e dopo diversi anni di “assistente sul campo” ad altri cacciatori, si è decisa e ha conseguito l'abilitazione venatoria.
Nell'attività di volontariato sul territorio, su coordinamento della Polizia Provinciale, il suo impegno è equo, il più possibile, perchè essere guardia comporta notevoli responsabilità, "c'è un sacco da fare", dice. Il giusto a difesa dell'ambiente e a sostegno di tutti coloro che praticano onestamente l'attività venatoria. Tra le sue tante passioni oltre alla caccia e alla pesca a mosca, come è noto ha anche quella della scrittura; ha partecipato a diversi concorsi letterari tra cui uno indetto dal CET del grande paroliere Mogol, dove quest'anno ha ottenuto un riconoscimento importante.
Tiene molto alla salvaguardia dell'ambiente, che secondo lei nasce prima di tutto dal basso, dall'intelligenza e dalle coscienze di chi ne usufruisce in prima persona, anche con il prelievo della fauna selvatica, ovvero lo stesso cacciatore. "Proprio il cacciatore - afferma la Lello - è la prima sentinella a testare lo stato di salute di un territorio e a valutare con occhio obiettivo gli interventi giusti da fare per mantenere gli equilibri tra le specie".
"Il caso più eclatante? - prosegue - Ma gli ungulati, ovviamente. L'ossessiva protezione delle zone interdette alla caccia ha consentito a queste specie di riprodursi in maniera incontrollata, l'istituzione di nuove oasi e il successivo ampliamento delle stesse hanno consentito loro di trovare ulteriore rifugio. Lo sconfinamento nei centri abitati ne è la prova più lampante. Danni continui alle coltivazioni e incidenti stradali sono all'ordine del giorno. Le battute di contenimento non bastano più e se non si interverrà radicalmente ci ritroveremo sconfitti. Il mio appello è che il controllo e la selezione vengano fatti su tutto il terrritorio nazionale e, là dove è consentito, vengano incentivati e sostenuti, ma soprattutto dobbiamo far capire agli ambientalisti - che continuano a farci la guerra - o almeno alla parte più intelligente e onesta di loro, che devono abbandonare i loro pregiudizi, per capire cosa è veramente la caccia: un metodo di selezione intelligente".
E a proposito di equilibri fra territorio e fauna selvatica, la Lello auspica anche che si riapra definitivamente allo storno, tanto dannoso per vigneti e frutteti. "Assurdo - afferma - il limite di effettuare il prelievo entro i 100 metri dalle coltivazioni".
E conclude: "Per una volta cerchiamo di dimostrare che siamo ambientalisti veri, prendiamo coscienza che la gestione del territorio è stata affidata anche a noi e agiamo i conseguenza".