Finanza e Mercati pubblica oggi una lettera del Senatore Franco Orsi che replica ad un articolo dal titolo esaustivo “Sedicenni senza voto, ma con licenza di uccidere” di Saverio Bobbio, pubblicato dalla stessa testata il 7 aprile scorso.
Il senatore risponde agli aspri toni dell'articolo che “apostrofa di insulti” i cacciatori e Orsi stesso, portando la discussione sui contenuti: “Lei -scrive rivolgendosi a Bobbio - fa affermazioni a commento della legge dimostrando di non averla letta”. Orsi qui sottolinea quella che sembra diventata una prassi della stampa negli ultimi tempi nei confronti dei temi venatori “spero che non sia sua regola descrivere normative prendendo ad esame i manifesti di movimenti di opinione anziché l’articolato che in esse è scritto”.
Orsi come relatore del ddl contestato è il più adatto a smontare le solite false accuse. Tra una delle più citate, c'è la possibilità di sparare a 16 anni “le segnalo che a 14 anni ci si può iscrivere al poligono” scrive aggiungendo che “i minori che praticano tiro al piattello sono migliaia e che meno del 3 per cento dei delitti compiuti con armi da fuoco nel nostro paese sono commessi da titolari di licenza di caccia”.
Poi Orsi chiarifica le idee del giornalista riguardo alle novità previste in merito alla caccia alla migratoria e ad altre disposizioni contestate “non vi è nessun divieto di caccia nelle rotte di migrazione, semmai è vietata la caccia sui valichi montani per proteggere l’avifauna migratoria e la mia «indecente» proposta – rimarca Orsi - prevede si possa cacciare nei valichi il cinghiale che non ha senso proteggere nei luoghi in cui si proteggono gli uccelletti e per il quale si usano armi e munizioni, incompatibili con la caccia alla migratoria; la caccia al beccaccino è vietata dal capanno (e da ogni altra forma di appostamento) e la proposta di legge nulla cambia al riguardo; egualmente non si può (ne si potrà) cacciare sulla neve lepri o fagiani”.
Da una rivista di economia ci si sarebbe aspettato un affondo mirato ai contenuti economico – finanziari, “le segnalo un tema su cui può attaccare la legge” scrive Orsi ironicamente sul tema dei risarcimenti danni. “In numerose regioni i danni prodotti dalla fauna selvatica superano il 10 per cento del Pil agricolo. Tali danni vengono «indennizzati» e non risarciti in misura mediamente inferiore al 35 per cento! Mi offra una soluzione alternativa all’allentamento, su alcune specie, dei vincoli venatori per ridurre le popolazioni presenti o per consentire alle imprese agricole o alle proprietà di recuperare l’oltre un miliardo di euro l’anno non risarcito”.
“I cacciatori sono meno di ottocentomila, - conclude il senatore - molti meno dei cinghiali, cervi e caprioli che vivono nelle nostre campagne, eppure le uniche risorse messe dallo Stato per i danni prodotti dalla fauna selvatica derivano dalle licenze di caccia, sono certo che troverà una soluzione alternativa per mettere tutto a posto e per trovar lavoro al mondo economico che ruota intorno alla caccia (10.000 addetti)!”.