L'abbattmento dei cinghiali all'interno del Parco delle Madonie (PA), deciso attraverso le singole ordinanze dei comuni di Castelbuono, Petraia, Soprana e Castellana Sicula con l'appoggio dell'Ente Parco e in applicazione a partire da oggi, è stato attaccato dalla Lav (Lega Antivivisezione) che ha annunciato l'inevitabile ricorso al Tar chiedendo l'urgente sospensione dei provvedimenti.
Secondo l'associazione animalista la decisione di abbattere dai 20 mila ai 30 mila cinghiali sarebbe in palese violazione delle normative ambientali e sanitarie di riferimento perchè si parla di sparare anche a ibridi e maiali inselvatichiti, specie per cui a norma di legge non è permesso l'abbattimento e perchè mancherebbero un censimento preventivo dei cinghiali del parco e l'autorizzazione attraverso decreto dell'Assessore Regionale.
“Aprire la caccia nel Parco delle Madonie non solo è palesemente illegale ma è anche eticamente inaccettabile” ha dichiarato Marcella Porpora, coordinatrice regionale LAV Sicilia. La Lav ha chiesto il sequestro preventivo urgente di tutte le armi che hanno varcato o varcheranno i confini del parco violando le disposizioni di legge ma anche il sequestro preventivo e urgente di tutti i cinghiali delle Madonie al fine di impedirne gli abbattimenti definiti illegittimi.
Sarà ora il Tar a decidere se i provvedimenti sono stati autorizzati a norma di legge, ci preme sottolineare comunque che gli intenti della Lav vanno al di là della corretta applicazione delle norme. Si tenta ancora una volta di fermare l'abbattimento selettivo di una specie responsabile di un grave disequilibrio che sta provocando gravi danni all'ecosistema del parco stesso, oltre che costituire un pericolo per la circolazione delle persone e per l'agricoltura locale. Concetti estranei ad un'associazione poco ragionevole come la Lav.