I giovani e le donne sono una risorsa indispensabile per la caccia di oggi e per quella di domani. Soprattutto se si impegnano per la promozione e il sostegno di questa nostra attività. In questa prospettiva abbiamo dato inizio alla pubblicazione delle testimonianze di tanti di coloro che si danno da fare con responsabilità e impegno. Una concreta speranza per la caccia di domani, da parte di chi è pronto a ricevere il testimone dai tanti appassionati che fino ad oggi con dedizione continuano a tenere alta la nostra bandiera, consapevoli che il contributo degli uni e degli altri (e delle altre) è la strada più sicura per riaffermare i nostri valori.
"IO CI SONO"
MICHELE MEROLA. PER RINNOVARE NELLA TRADIZIONE
Trentasette anni, cresciuto a San Prisco (Caserta), un diploma di liceo scientifico, sposato con Sonia, una bambina di due anni, da circa otto anni cittadino di Petriolo di Macerata, nelle Marche, dove è presidente della Sezione Comunale della Federcaccia. Appassionato di trekking, birdwatching, informatica e tecnologia, un inglese fluente, vive la caccia come un vero e proprio stile di vita: ritiene che questa attività vada regolamentata nell'ottica di un prelievo sostenibile, ma che mai deve discostarsi da quella che è la tradizione.
"Mio nonno Michele - dice - mi ha trasmesso questa passione, insieme a mio fratello Gianluca, col quale quotidianamente parlo di caccia, di passo, di azioni dei cani."
Nella vita, che vive con semplicità, cerca sempre di rendere al massimo delle sue capacità, per raggiungere gli obbietivi prefissati, a vantaggio dell'organizzazione di cui fa parte; pragmatico, ama il confronto con gli altri e nelle occasioni puibbliche non si tira mai indietro, manifestando il suo pensiero senza presunzione. Preferisce il lavoro di gruppo, convinto che l'unione fa la forza.
Socio del Club del beccaccino, nella Federcaccia fa parte della commissione cinofila provinciale e s'impegna per dare maggior risalto alla cinofilia venatoria.
Una passione per tordi, allodole, trampolieri e pavoncelle, acquisita col nonno nelle vaste pratterie campane, oggi segue anche la caccia col cane da ferma, con i setter inglesi, a quaglie e beccaccini.
Partecipa attivamente alla raccolta di dati per lo studio della fauna selvatica e spera che si costituisca presto un'associazione unica a livello nazionale, con uffici tecnici e legislativi, per dare seguito ad azioni sempre più concrete per controbattere alle accuse infondate e "salvaguardare questa nostra passione".
"La gestione degli habitat - afferma - è l'obbiettivo da porsi per ottenere migliorie ambientali, di fondamentale importanza per la presenza di selvaggina sia stanziale che migratoria. Auspico per questo una maggiore collaborazione col mondo agricolo, anche per ricreare le condizioni adatte all'incontro con veri selvatici, quando usciamo col cane." C'è molto da fare per la cinofilia venatoria e qui in Italia ci potrebbero essere ancora le condizioni per migliorare.
E' assolutamente contrario all'abrogazione dell'art. 842 del Codice Civile,. "La caccia - conclude - deve rimanere libera e scevra da interessi economici. L'agricoltura va tutelata, ma il rapporto cacciatore-agricoltore, da inserire nei piani di sviluppo rurale, deve essere a doppio senso, nell'interesse reciproco".