A seguito della pubblicazione dell'ordinanza del Tar delle Marche, giungono i primi commenti di chi al Tar ha portato le argomentazioni a difesa dell'impianto del calendario venatorio, ovvero le associazioni venatorie. "Come accaduto in Calabria qualche giorno fa - sottolinea in una nota Fidc Marche - , il ricorso è stato quasi totalmente respinto ed è stata confermata la validità delle stagioni di caccia previste dalla legge nazionale e difese da Federcaccia contro la linea ISPRA che vorrebbe ridurre di un mese la caccia in Italia. di seguito il commento a caldo del presidente nazionale FIdC Massimo Buconi".
Anche Enalcaccia Marche commenta la battaglia al Tar. "E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta" dice l'Avv. Giorgio Salustri, tra l'altro anche Presidente della Sezione Provinciale di Macerata. Salutri ha portato all'attenzione del collegio gli effetti che sarebbero potuti derivare dalla sospensione della caccia nei siti Natura 2000, sopratutto con riferimento al problema del sovrannumero di cinghiali. L'Avvocato di Enalcaccia ha fatto inoltre notare come i titolari di appostamenti, nelle aree di cui sopra, e tutti coloro che avevano dovuto pagare di tasca loro la Valutazione di Incidenza per ottenere il permesso o il rinnovo, in assenza del piano faunistico provinciale. Oltre ciò, sul discorso relativo alla Starna ho fatto presente che essa è stata reintrodotta solo ed esclusivamente grazie ai ripopolamenti degli ATC, effettuati con i soldi dei cacciatori, ed al lavoro di questi nell'opera di ambientamento, evidenziando il fatto che, al contrario, le associazioni ambientaliste non hanno mai stanziato un centesimo per questi progetti, preferendo questi spendere soldi per i ricorsi".
"A questo punto non dobbiamo comunque dormire sopra gli allori per il risultato ottenuto ma dobbiamo far si che il Piano Faunistico venga approvato nel termine prefissato e cioè quello del 31 dicembre 2019, al fine di porre fine a questa estenuante lotta con chi vorrebbe chiusa la caccia, solo ed esclusivamente per partito preso" chiude Enalcaccia.
Interviene anche Arci Caccia, con alcune precisazioni del suo Presidente regionale Gabriele Sperandio. Anzitutto sulla decisione di non costituirsi al Tar, ritenendo che che l’intervento ad opponenedum in occasione di un ricorso al TAR sia "utile solamente per sbandierare la propria presenza". Gli Avvocati della Regione, sono, a parere di Arci Caccia Marche "unica vera controparte del processo". "Hanno fatto un ottimo lavoro - continua Arci Caccia - e per questo li ringraziamo. Teniamo a ringraziare, nonostante ciò, anche le Associazioni Venatorie, Libera Caccia, Federcaccia ed Enalcaccia P.T. per aver preso parte al dibattimento dello scorso".
Arci Caccia Marche dal canto suo ribadisce di aver chiesto alla Regione Marche di sottoporre il Calendario Venatorio 2019/2020 a Valutazione di Incidenza, cosa che è stata fatta e ha preservato il Calendario Venatorio da ulteriori limitazioni, soprattutto nei siti Natura 2000.