Il Presidente di Federcaccia Lombardia, Lorenzo Bertacchi, ha scritto all’Assessore Fabio Rolfi segnalando i disagi incontrati nella consegna dei tesserini venatori, e riconducibili ad alcune decisioni pratiche prese dagli Uffici, che hanno spesso vanificato la comodità della consegna a domicilio.
"Innanzitutto si lamenta la decisione (comunque ingiustificata) di non far pervenire il tesserino a quanti avessero ancora la licenza in fase di rilascio dopo il 15 luglio 2019 o che entro la stessa data non avessero comunicato i dati della nuova licenza, il tesserino, ha comportato che una quota tra il 15 e il 20 per cento dei cacciatori si sia dovuto recare comunque in UTR".
Bertacchi fa notare che, contrariamente a quanto sostenuto dagli Uffici Regionali, il tesserino venatorio non costituisce una autorizzazione a cacciare in assenza di porto d’armi valido, potrebbe essere di base spedito o consegnato – come facevano le Province – a quanti l’avessero riconsegnato alla fine della stagione precedente nel termine del 31 marzo, con obbligo di riconsegna agli UTR entro il 30 novembre nel caso in cui il cacciatore non intendesse pagare le concessioni per l’effettivo esercizio venatorio.
Fidc Lombardia critica anche la decisione di spedire i tesserini con raccomandata, con il risultato di diversi pacchi giacenti anche a causa del periodo feriale. Tra tesserini non spediti, non ritirati in posta (e per ristamparli doveva attendersi il ritorno), tesserini errati, nuove licenze, deleghe di ritiro con copie di documenti vari, gli Uffici Territoriali sono caduti vittima della stessa burocrazia, scrive Fidc, secondo cui i tesserini andrebbero spediti con posta ordinaria.
Federcaccia Lombardia auspica dunque un ripensamento delle modalità operative e la rimozione degli inutili ostacoli posti alla consegna di un documento che, senza licenza di caccia in corso di validità, non costituisce titolo autorizzativo alcuno.