Come abbiamo visto negli scorsi giorni, il calendario venatorio che avrebbe potuto riaprire la caccia in Abruzzo prima della nuova udienza del Tar, la quale ha sospeso in toto la caccia in regione, non ha visto la luce. Date le ulteriori limitazioni e le imprecisioni tecniche presenti in quel testo, probabilmente è meglio riportare l'attenzione sul vecchio calendario, che rimane ancora valido.
Il Tar infatti aveva accolto l'istanza di sospensione di Wwf e Lega per la Difesa del Cane e sospeso l'efficacia del calendario fino alla trattazione in Camera di Consiglio del 25 settembre 2019. Dunque mercoledì prossimo le associazioni venatorie che si sono costituite in giudizio porteranno le ragioni dei cacciatori.
Tra queste c'è l'Anuu Migratoristi, che ha dato incarico di rappresentanza all'Avvocato Alessandro Dioguardi, la cui difesa verterà anzitutto sulla validità delle disposizioni, anche in assenza di un Piano faunistico venatorio aggiornato, considerato anche che il nuovo Piano, in fase di approvazione, contiene già la stima delle popolazioni eseguite da Ispra e considerato che la Regione raccoglie i dati dei tesserini dai cacciatori. Secondo Anuu inoltre il calendario venatorio non deve essere sottoposto ne a valutazione Vas – Via, né a valutazione di incidenza, come invece argomentato dagli animalisti. Si passa poi alle argomentazioni che supportano le date in calendario, per cui, secondo l'associazione venatoria, la Regione ha ben argomentato le decisioni che hanno disatteso il parere Ispra. Difesa anche la caccia a Moriglione e Pavoncella per le quali si ricorda che gli elenchi delle specie cacciabili possono essere modificati solo con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, cui la competenza è attribuita espressamente dal comma 3 dell'art. 18 della L. 157/92 e su cui il Ministero dell'Ambiente non ha alcuna competenza.