Federcaccia e Enalcaccia Abruzzo contestano apertamente la Regione e venerdì scorso, hanno chiesto l’immediata rimozione del comunicato apparso lo stesso giorno sul sito della Regione Abruzzo sezione Caccia e Pesca con il quale è stato reso noto il divieto di esercizio dell’attività venatoria prima del 2 ottobre 2019, in assenza di ogni determinazione della Giunta Regionale in tale senso.
"L’attività venatoria nelle giornate del 28, 29 e 30 settembre p.v. - scrivono i presidenti delle due associazioni - è autorizzata dal Calendario Venatorio approvato con D.G.R. n. 497/2019, che ha superato sul punto anche il vaglio di legittimità del Tar il quale, in sede cautelare, si è espresso con la nota ordinanza n. 189/2019 del 26.09.2019, ritenendo meritevole di validità ed efficacia la disposizione che prevede l’apertura della caccia alla tortora a partire dalla terza domenica di settembre".
Il comunicato della Regione secondo le associazioni costituisce l’ennesimo deliberato attacco al mondo venatorio, con atti dell’Ufficio regionale del tutto arbitrari e privi di ogni legittimità, nel tentativo mal celato (e sino ad oggi non ben riuscito) di avviare l’imminente stagione venatoria alla data del 02 ottobre, e non prima. Le stesse fanno notare che "il comunicato è privo di sottoscrizione e non reca il nominativo di chi ha voluto emanare tale proclama", pertanto chiedono che vengano fornite le generalità del responsabile che ha ordinato e disposto la diramazione del comunicato in palese contrasto con gli atti approvati dalla Giunta Regionale.
E chiudono annunciando l'intenzione di portare all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria le condotte poste in essere e di valutare, nei confronti dei responsabili, l’avvio di azioni giudiziarie collettive tese ad ottenere il risarcimento dei danni legati all’impossibilità per tutti i cacciatori regionali di vivere la propria passione nei prossimi giorni, e per la quale sono stati sostenuti ingenti costi anche per il pagamento della tassa regionale