Dalla Sicilia nei giorni scorsi è partita una denuncia all'Europa sulla annosa questione delle difformità nelle date italiane per la caccia alla migratoria. A fare ricorso alla Commissione ed alla Corte Europea denunciando “la mancata applicazione della Direttiva Uccelli n.147/2009 UE allegati II A e II B” in relazione alle date di apertura in Sicilia a tortora, quaglia, allodola e colombaccio, sono state le associazioni Federazione Caccia del Regno delle Due Sicilie e la Federazione Caccia per le Regioni D’Europa.
Nel ricorso si lamentano difformità nella caccia a queste specie in Sicilia rispetto le altre Regioni Italiane poste nella stessa direttrice migratoria e rispetto i Paesi dell'UE quali: Croazia, Romania, Grecia, Francia, Spagna, Portogallo e Germania in cui l'apertura delle specie migratorie di piccola selvaggina iniziano già dal mese di agosto e si prolungano fino al mese di Febbraio per Beccaccia, tordo sassello, tordo bottaccio, cesena e gli anatidi.
Le due associazioni chiedono alla Commissione Europea ed alla Corte Europea per i diritti dell’uomo di far adottare un calendario venatorio europeo unico di base per tutti gli stati membri dell'UE di latitudine simile all'Italia (Francia, Spagna, Portogallo, Grecia e Croazia); di far adottare per tutte le Regioni Italiane un calendario venatorio unico per le specie migratorie e infine la soppressione dell’Ispra ormai ritenuto un organo politico e non più scientifico. Pura utopia? Probabilmente, ma farsi sentire non è mai una cattiva idea.