Sono stati rinvenuti più di mille uccelli morti (trampolieri e anatidi) a causa di un avvelenamento da botulino nel centro della Valle della Canna, un’area di circa 220 ettari, di proprietà del Comune di Ravenna e del Demanio pubblico e gestita dall’Ente Parco del Delta del Po. La sostanza tossica si è generata a causa di pozze putride, lasciate a marcire per non aver immesso acqua pulite. Alla ricerca dei responsabili, sono partiti esposti e le ovvie polemiche, data l'importanza naturalistica e faunistica di quest'area.
Intanto, in tutto questo trambusto, gli unici a rimboccarsi le maniche, per risolvere la situazione, sono stati i cacciatori. Sin dal primo momento, allertati dalle proprie associazioni venatorie o in autonomia, sono andati sul posto, affiancando il lavoro degli agenti della Polizia locale e i responsabili del servizio Ambiente del Comune per salvare il salvabile, rimuovendo le carcasse degli uccelli acquatici morti e portando al Centro recupero Avifauna quelli con un minimo di possibilità di farcela. Anche se nei tg che si sono occupati della vicenda sono stati definiti genericamente - e forse volutamente - solo volontari.
L'ennesima dimostrazione che non è la caccia il pericolo per l'avifauna migratoria, ma anzi, che chi alla caccia ha sottratto questi luoghi, per proteggerla, non ha fatto altro che danneggiarla gravemente con la sua imperdonabile incuria.