La Federazione Italiana della Caccia ha tenuto a ringraziare i volontari cacciatori intervenuti in maniera del tutto interessata a ripristinare le condizioni di salubrità dell'area di Valle di Canna, dove sono morti circa mille uccelli acquatici a causa della mancata esecuzione di interventi idraulici nonostante le diverse segnalazioni anche da parte del mondo venatorio.
“La strage di uccelli acquatici causata del botulino nella Valle della Canna - sono le parole del presidente Fidc Massimo Buconi - è un esempio lampante di quello che andiamo dicendo da anni, inascoltati: per troppi gestire la natura e l’ambiente significa solo sottrarre zone ai fruitori tradizionali, cacciatori, pescatori, raccoglitori di erbe palustri o altro. Proprio quelli che per secoli ne hanno garantito invece la salute e la prosperità, mantenendole in equilibrio, intervenendo quando e dove necessario e soprattutto sapendo bene come farlo”.
"Ancora una volta, senza aspettarsi niente in cambio, hanno dimostrato di cosa è fatta la passione che ci muove. Adesso, verrebbe da dire ‘oltre al danno, la beffa’, si sta pensando di chiudere temporaneamente l’attività venatoria per un perimetro di 3 chilometri dalla valle per non spingere, questa la motivazione addotta, altri animali nella zona infetta. Inutile dire che per più motivi, dal punto di vista biologico e scientifico è una sciocchezza alla quale ci stiamo già opponendo con i nostri uffici tecnici" evidenzia Buconi.
Anche Sergio Berlato, presidente Confavi e Acr, interviene sull'argomento, ricordando che si tratta di un disastro ambientale ampiamente annunciato. "Fino a quando Valle della Canna era gestita in sinergia tra i cacciatori, i pescatori e gli enti locali, la Valle della Canna era un vero e proprio paradiso terrestre. Il suo stesso nome “Valle della Canna” descriveva un ambiente umido di rara bellezza che ospitava una notevole quantità di uccelli acquatici ed una patrimonio di biodiversità di rara bellezza" scrive Berlato.
Secondo Berlato il disastro ambientale di Valle della Canna dovrebbe insegnare qualcosa ai cosiddetti protezionisti. "Gli animal-ambientalisti in buona fede (ammesso che ne esistano) - dice Berlato - facciano un bagno di umiltà e vadano a vedere come vengono gestiti i territori in generale e le zone umide in particolare da parte dei cacciatori, dei pescatori e dei portatori della Cultura rurale".
Di seguito il post di uno dei cacciatori impegnati sul luogo della strage di anatidi e trampolieri: