Federparchi esce allo scoperto criticando alcuni aspetti del Ddl Orsi che riguardano direttamente la gestione delle aree protette e chiedendo una nuova fase di concertazione verso una riforma condivisa. I punti criticati dalla Federazione guidata dal neo eletto Giampiero Sammuri sono principalmente la sottrazione dei poteri di gestione faunistica agli enti gestori; la scomparsa della figura del guardaparco e l'introduzione di fatto della caccia nelle aree protette.
“Il ddl – recita una nota di Federparchi - prevede che, nel caso di necessità di controllo di specie animali in eccesso (come ad esempio gli ungulati) le facoltà degli enti parco si riducano alla possibilità di proporre interventi al prefetto o al presidente della Regione. Una funzione, in sostanza, analoga a quella attualmente svolta da associazioni agricole, ambiti territoriali di caccia, Aziende sanitarie locali, Province o comunità montane”. Federparchi definisce questa novità come non conciliabile con la funzione di un parco che a differenza degli enti sopracitati, ha “la responsabilità specifica della conservazione di specie animali e vegetali, di comunità biologiche, paesaggi, formazioni geologiche”.
“La proposta Orsi – si legge nel testo pubblicato da parks.it - prevede inoltre che la vigilanza faunistica possa essere esercitata da una pluralità di soggetti più o meno qualificati. Una modifica “tanto incomprensibile quanto sbagliata e inaccettabile” in quanto annullerebbe secondo Federparchi l'importanza della figura del Guardiaparco, indispensabile “per la corretta gestione dei territori protetti e la giusta integrazione dell'attività di vigilanza con le altre attività distintive di un parco”.
Federparchi si dichiara anche fortemente contraria alla disposizione che permetterebbe ai cacciatori di sparare nelle aree protette – secondo piani di selezione – e conservare gli animali abbattuti. “Al di là della grave lesione della funzione dei parchi, si cancella in questo modo la chiarissima distinzione tra caccia e controllo, una separazione basilare e irrinunciabile introdotta dalla legge 157”.
La nota infine ipotizza un nuovo tavolo di lavoro “composto da associazioni agricole, ambientaliste e venatorie, “al quale Federparchi aveva chiesto di partecipare prima che il lavoro comune si interrompesse”.