“Non ci sono parole per commentare la decisione assunta dall’Ente Parco in sintonia con la Regione Emilia-Romagna di vietare la caccia in un raggio di tre km dal perimetro dell’area colpita dalla moria di anatidi. Invece di accertare le negligenze e le responsabilità di questa mattanza e di ringraziare tutti quei cacciatori che in questi giorni sono intervenuti, volontariamente, per rimuovere le carcasse e contribuire al ripristino della salubrità della Valle, la Regione e l’Ente Parco hanno ben pensato di ‘scaricare’ le conseguenze di questo disastro annunciato proprio su chi non ha responsabilità perché non coinvolto nella gestione dell’area.”
A dirlo è il consigliere regionale della Lega Emilia-Romagna, Massimiliano Pompignoli, che aggiunge: “se la Valle fosse stata gestita, come in passato, dai nostri cacciatori, tutto questo non si sarebbe verificato. E il motivo è semplice. La caccia è tutela della fauna selvatica ma anche passione, volontariato e profondo senso civico. A tutti quei cacciatori che stanno dando una mano per salvare il salvabile in una drammatica lotta contro il tempo” - aggiunge Pompignoli – “si dovrebbe dire grazie se non di più. Con la decisione di interdire la caccia nel raggio di tre km dal perimetro contaminato, invece, si è presa la direzione opposta, punendo chi non ha responsabilità nel disastro ambientale della Valle della Canna e relegando i cacciatori in un’area insufficiente e pericolosa dal punto di vista dell’incidenza numerica.”