Arci Caccia della Provincia di Firenze esprime la propria contrarietà alle modalità di gestione della caccia al cinghiale delll’Atc 4 Firenze nord – Prato che, scrive, "hanno, nuovamente, mostrato i gravi limiti di efficienza". "Non è possibile arrivare, a pochi giorni dall’apertura della caccia al cinghiale, con gravi incertezze di gestione amministrativa e con squadre ancora non ben collocate" denuncia Arci Caccia Firenze.
"ATC 4 gestita da sempre a maggioranza dalla solita Associazione Venatoria e dove l’unico rappresentante dell’ARCI CACCIA è stato finora completamente snobbato" scrive Arci Caccia Firenze, paventando rischi di questa gestione in termini di danni all'agricoltura.
L'associazione, ribadendo che la braccata è il metodo migliore per contenere il cinghiale, chiede una miglirore strutturazione delle squadre auspicando che invece di diminuire, il numero minimo dei partecipanti alle battute sia aumentato per favorire le fusioni fra squadre ed ottenere così l’obiettivo gestionale prefisso ed auspicato. Inoltre, secondo Arci Caccia Firenze, l’ATC 4 deve dovrebbe rivedere dimensioni e confini dei distretti e i criteri di assegnazione delle squadre.
Tutto questo attraverso un democratico confronto fra i cacciatori, fra le Associazioni Venatorie e fra questi soggetti ed il mondo agricolo, ipotizzando per esempio colture agricole a perdere unite a ripristini ambientali per far allontanare i cinghiali dai centri abitati e dalle colture agricole.
Arci Caccia Firenze chiede anche seri progetti di salvaguardia ambientale e creazione di adeguati habitat per la piccola selvaggina stanziale prima della sua reintroduzione sul territorio. Proporre, sviluppare e concretizzare progetti nelle Zone di Ripopolamento e Cattura. "Ribadiamo la nostra contrarietà al pessimo ed umiliante metodo per i cacciatori di introduzione della selvaggina pronta caccia pochi giorni prima dell’apertura della caccia alla stanziale” scrive infine l'asociazione.