Oltre a far perdere tempo a tutti i soggetti coinvolti, giudici compresi che forse avrebbero questioni più importanti da affrontare, i ricorsi animalisti pesano direttamente sulle casse pubbliche. Già perchè forse non in molti sanno che tali associazioni possono usufruire del patrocinio a spese dello Stato per le spese processuali. Solo per fare un esempio, l'Associazione Vittime della Caccia, recentemente ha ottenuto 1080 euro, oltre al rimborso delle spese forfettarie per il 15%, per un ricorso contro il calendario venatorio della stagione 2012/2013 del Lazio, dichiarato perento nel 2018 (la perenzione scatta qualora, per cessato interesse delle parti, non si giunge a verdetto entro i termini previsti).
E' la legge, ovvero il testo unico in materia di spese di giustizia, che prevede i rimborsi: l’onorario e le spese spettanti al difensore sono liquidati dall'autorità giudiziaria con decreto di pagamento, osservando la tariffa professionale in modo che, in ogni caso, non risultino superiori ai valori medi delle tariffe professionali vigenti relative ad onorari, diritti ed indennità, tenuto conto della natura dell’impegno professionale, in relazione all’incidenza degli atti assunti.
L'importo spettante al difensore deve essere ridotto della metà, certo. Ma sempre di belle cifre si tratta, se si considerano tutti i ricorsi contro la caccia a cui siamo sottoposti ormai quotidianamente tutti gli avvocati da risarcire per ogni singola associazione partecipante.