I giovani e le donne sono una risorsa indispensabile per la caccia di oggi e per quella di domani. Soprattutto se si impegnano per la promozione e il sostegno di questa nostra attività. In questa prospettiva abbiamo dato inizio alla pubblicazione delle testimonianze di tanti di coloro che si danno da fare con responsabilità e impegno. Una concreta speranza per la caccia di domani, da parte di chi è pronto a ricevere il testimone dai tanti appassionati che fino ad oggi con dedizione continuano a tenere alta la nostra bandiera, consapevoli che il contributo degli uni e degli altri (e delle altre) è la strada più sicura per riaffermare i nostri valori.
FRANCESCO LIONTI. DI PADRE IN FIGLIO
Eccomi qua, sono Francesco Lionti, sono nato il 26 Febbraio 1990 a Pistoia, ho frequentato per 4 anni l’istituto tecnico per Geometri, ma poi come spesso accade a molti giovani, la voglia di studiare è venuta meno ed allora ho deciso di cominciare a lavorare in una tappezzeria, dove eravamo tutti giovani, compreso il titolare. Tutti motivati e socievoli. A soli 20 anni ero responsabile della produzione. Bella responsabilità per cui ho sacrificato tanto tempo libero, ma a me piaceva, e ne venivo ben ricompensato. Da lì, in me si è formato un carattere con un lato di leadership, ma non da capo. A me piace decidere, programmare e portare avanti un determinato lavoro, seguendo un mio metodo, naturalmente prendendomene tutte le responsabilità. Prontissimo ad ascoltare chi ne sa più di me, perché non si finisce mai di imparare. La crisi ha interrotto questo percorso e adesso lavoro nel tessile, nell'azienda di famiglia, con mio padre e mio fratello, col quale speriamo di crearci un qualcosa di nostro che duri il più a lungo possibile.
E la passione? La Caccia, naturalmente. Mi scorre nelle vene, tramandata dal mio bisnonno è arrivata fino a me. Ho anche la grandissima fortuna che con babbo e fratello siamo compagni di caccia. Anzi, a dir la verità, è mio padre che si sacrifica più di me e mio fratello, e tante volte è lui che ci dice "questa cosa la sbrigo io, voi domani mattina andate a caccia", e quando si può ne approfittiamo.
Con loro condivido la passione per i colombacci, entrambi la praticano come forma di caccia prevalente, e nel periodo autunnale anche io. Non ci facciamo mancare niente, abbiamo diversi capanni, una trentina di piccioni da richiamo, più ovviamente tre cani, due springer e un breton. Quando la "team il pallino", la nostra squadra di colombacciai è al completo siamo in cinque; gli altri due ragazzi sono amici, e anche loro hanno rispettivamente cani e piccioni. Fra di noi, prima viene l’amicizia e lo star bene assieme per tutto l'anno, poi vengono i carnieri. Ma non è l’unica forma di caccia che pratico. Nel periodo invernale partecipo spesso a battute di caccia al cinghiale. E' stato mio zio ad attaccarmi questa malattia, e infatti nella squadra sono assieme a lui.
Ma non posso certo star fermo da gennaio fino a settembre…. pratico la caccia di selezione nel senese, il vero paradiso per ogni tipo di ungulati. La ritengo parecchio affascinante, tante volte si torna a mani vuote, ma vedere l’alba sulle colline senesi non ha prezzo. Molte volte torno a casa con una serie di foto, paesaggi, animali ignari della mia presenza a pochi metri, cosa che molte volte basta a ripagare un’alzataccia.
E’ proprio praticando la caccia di selezione che è nato uno tra le i miei più grandi amori venatori, il cane da traccia. Ho un Hannoveriano di 4 anni, Byron e stiamo sempre assieme. Con lui si è rivoluzionato il mio mondo, e si è instaurato un legame che non ha eguali. I sacrifici sono molteplici, ci vuole tempo, tempo e tempo. Solo per addestrarlo, occorrono sacrifici, centinaia di km da fare, superare i tanti errori e cercare di migliorarsi di volta in volta. Ma le soddisfazioni che riesce a dare un cane da traccia sono straordinarie. Come si dice: “Al cane da traccia non manca la parola..sta al suo conduttore interpretarla”.
E per non farmi mancare niente sono anche Presidente Libera Caccia del comune di Montale, un altro bell’impegno…di tempo e di denaro, ma per il bene della caccia si fa questo ed altro. Non siamo tantissimi soci, pochi ma buoni, e non mancano certo amicizie e cene tutti assieme. Sono anche responsabile della Zona Ripopolamento e Cattura sempre del comune di Montale: io che non pratico la caccia alla stanziale, a detta di molti non ci incastro niente… e invece è proprio perché tengo al bene del territorio che continuo a perseverare su questa strada… non sono mai andato a cercare un fagiano li nei dintorni, anche se come nel periodo estivo l’ATC mi assegna animali da lanciare. Per fortuna c’è un gruppo di persone che collabora alla Zrc, che tutti e dico tutti i giorni sono alle voliere e pronti per qualsiasi problema. Svolgo infine attività come guardia venatoria volontaria provinciale (Art. 51), perché credo che il rispetto delle regole e del buon senso sia alla base di ogni attività.
Tuttora, come ogni anno faccio un mio orto, piccolo ma riesce a darmi tutto ciò che mi serve, un'impegno che per me è come andare a caccia. Dopo la fatica per curare al meglio le proprie piante, dove se non c’è impegno non c’è risultato e non si mangia ciò che la terra ti offre, volete mettere la soddisfazione e il gusto (sopratutto), d’inverno, di mangiare cose autoprodotte durante l’estate, poi messe in conserva o sott’olio?
Avevo altre passioni, lasciate un po’ da parte per la mancanza di tempo. Praticavo Carp Fishing e avevo l’amore per l’enduro. Il problema è che volendone farne troppe, poi non ne sarebbe venuta bene una. E’ vero che dietro a tutte queste cose che riesco a fare c’è la complicità della mia ragazza, Martina. Lei non viene con me a caccia, anzi prima di conoscermi non vedeva di buon'occhio il mondo venatorioi Invece, come spesso accade, vedendo e vivendo in prima persona la caccia, ha capito realmente cos’è, tutto ciò che ci ruota attorno, e addirittura molte volte è lei che mi sprona ad andare. E' venuta con me a fiere, mi ha aiutato con l’addestramento di Byron… e, come ciliegina sulla torta, le piace cucinare, e si sa: caccia e cucina vanno a braccetto.
Non sono un tipo che legge libri (a differenza di Martina che adora leggere )… Ma come è possibile immaginare, leggo riviste di caccia. Mi piace però essere informato. Il tg la sera è di rito e se possibile la mattina in edicola il giornale.
Ho una conoscenza dell’inglese scolastico, ma un p’ò d’Europa l’ho girata, e mi son sempre fatto capire, anche se ammetto che una conoscenza delle lingue al giorno d’oggi è fondamentale in tutti i campi.
Un'ultima riflessione sulla realtà odierna, dove un bambino crede che la mozzarella nasca mozzarella, come un frutto (sentito io di persona) oppure crede che il petto di pollo nasca in una vaschetta del supermercato, dove lo stesso pollo in soli due mesi di vita grazie ad antibiotici e super mangimi arriva ad essere macellato. Mentre la frutta che mangiamo viene dall'altra parte del mondo.
Francesco Lionti