Come già fatto dalle Marche, anche il Friuli Venezia Giulia si appresta ad approvare una proposta di legge nazionale per la modifica della 157/92 da sottoporre al parlamento, con l'obbiettivo di combattere l'invasione dei cinghiali. La proposta è stata approvata dalla IV Commissione consiliare, non senza polemiche. In particolare da parte del Movimento 5 Stelle, che chiede metodi alternativi alla caccia per contenere gli ungulati.
Si tratta nello specifico della pdln n. 9 “Norme in materia di prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica. Modifica alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio)“.
“Con la pdln, – spiega Mara Piccin, di Forza Italia– Governo e Parlamento saranno chiamati a modificare una norma datata, dando un ruolo primario ai cacciatori nella gestione degli ungulati, considerando che la proliferazione di cinghiali e di altri mammiferi selvatici è proseguita e i pochi agenti forestali e venatori nel territorio non possono da soli affrontare il problema”.
“Con la modifica della norma, le Regioni potranno gestire il controllo degli ungulati anche al di fuori dei periodi e degli orari vigenti, affidando l’attuazione dei Piani di abbattimento ai cacciatori soci delle riserve di caccia, coordinati dalle guardie venatorie afferenti alle amministrazioni pubbliche.
“In IV Commissione – fa sapere la consigliera – è emerso il dato dell’aumento esponenziale delle segnalazioni di danni, nei terreni agricoli del Friuli Venezia Giulia, causati soltanto da cinghiali: dai 91 casi del 2018 ai 218 – sinora – del 2019. La problematica della proliferazione dei cinghiali è ormai riconosciuta e va affrontata su basi pratiche e non ideologiche, a fronte dei danni nell’agricoltura e dei gravi incidenti stradali.
“Il progetto di legge nazionale è l’unica possibilità che abbiamo di affrontare il problema – specifica la consigliera – considerando che tutte le modifiche regionali che abbiano tentato di derogare alla legge 157 sono state cassate. I presunti metodi alternativi al controllo venatorio, quali utilizzo di fonti luminose, sagome, repellenti e via dicendo, nel corso di anni di sperimentazioni (per esempio quelle dell’allora Provincia di Pordenone) hanno portato soltanto a risultati minimi. Ringrazio l’assessore Zannier per aver accolto questa soluzione.
“Auspico – ha concluso la Piccin – che una modifica rapida di una norma datata possa essere presa in considerazione dal Parlamento, tenendo conto anche delle pressioni delle altre Regioni sul tema”.