Stavo "sfrucugliando" nel mio HD e mi è passato sott'occhio una serie di cinque/sei foto scattate a maggio 2019, a cui al momento non avevo dato molta importanza, adesso riflettendo credo che di importanza ne abbiano molta.
Mattinata con foschia,e per la pessima luce proprio non adatta al fotografo, ma non ho resistito...ho preso la mia attrezzatura e sono uscito. Mentre stavo per salire in auto mi arriva un messaggio da un amico (Alfio). Il messaggio diceva: Giordano, sono quì al "chiaro" e mi sembra di vedere un uccello strano, non riesco ad identificarlo, è molto lontano, circa 130-140mt, puoi venire tu a vedere..??? "Certo che vengo", ho risposto..
A sei/sette km da casa mia, piana metropolitana Firenze-Prato-Pistoia, il luogo è un contesto umido storico (oltre un secolo) in provincia di Prato, dimensioni di una decina di ettari, curato e mantenuto da un gruppo di cacciatori per la caccia a gli anatidi "consentiti dalla legge".
Le perfette cure di manutenzione a questa area umida vengono tramandate da generazione in generazione, da persone che con il loro impegno e duro lavoro, nel periodo primaverile/estivo permettono a molti uccelli migratori, acquatici e non, di sostare e riposare per poi proseguire il viaggio nei paesi di nidificazione, e molte specie oltre che per sostare utilizzano l'area proprio per nidificare. Tra i nidificanti (ne cito alcune specie) lo Svasso maggiore, il Cavaliere d'Italia, la Moretta tabaccata, il Tuffetto, il Tarabusino, la Nitticora, la Sgarza ciuffetto, il Germano reale, la Cannaiola, il Cannareccione, il Martin pescatore, e tante altre specie che sarebbe lungo elencare.
In questo luogo ho potuto fotografare oltre 130 specie di uccelli, dalla Gru cenerina al Fenicottero rosa, e appunto la specie che ho deciso di mettere in evidenza, e cioè la Pernice di mare, probabilmente quella orientale, specie di rara presenza per latitudine e longitudine.
La distanza era veramente notevole, oltre i 100/110mt e la luce veramente pessima, leggera foschia con cielo coperto.
Le foto che permettono la certezza di individuarne la specie orientale sono poche, un paio o tre... questa è quella dove si vede meglio tutta la sagoma. E "per me" gli indizi per la specie orientale sono...ali molto più lunghe della coda, e tarsi/zampe più lunghe della specie comune.
File originale in RAW con data e dati di scatto
Nel File RAW la data e l'ora dello scatto. (Canon 5dsr+600mmisll+1,4xlll). Altre foto scattate quel giorno in quel contesto, Svasso maggiore con prole sul dorso, Cavaliere d’Italia e il suo nido…. immagini a compendio per dimostrare l’importanza di questi contesti umidi ben gestiti e mantenuti senza chiedere alcuna sovvenzione o cinque per 1000…!!!
Mi spiace per la qualità delle foto ma quel giorno la luce era veramente pessima.
Giordano Tognarelli