I giovani e le donne sono una risorsa indispensabile per la caccia di oggi e per quella di domani. Soprattutto se si impegnano per la promozione e il sostegno di questa nostra attività. In questa prospettiva abbiamo dato inizio alla pubblicazione delle testimonianze di tanti di coloro che si danno da fare con responsabilità e impegno. Una concreta speranza per la caccia di domani, da parte di chi è pronto a ricevere il testimone dai tanti appassionati che fino ad oggi con dedizione continuano a tenere alta la nostra bandiera, consapevoli che il contributo degli uni e degli altri (e delle altre) è la strada più sicura per riaffermare i nostri valori.
BEATRICE RAFFI. LA CACCIA E' ROSA
Mi chiamo Beatrice Raffi, ho 35 anni e vivo ad Arcidosso, un paesino di montagna situato alle pendici del Monte Amiata, in provincia di Grosseto. Sono laureata in Tutela e Gestione delle Risorse Faunistiche presso la Facoltà di Agraria di Firenze. La mia passione per l’attività venatoria nasce quando da piccola, mio babbo e i miei nonni, tornando a casa dopo una giornata di caccia, mi raccontavano le loro avventure, quando ridendo con gli amici sulle varie padelle e sugli scherzi fatti ai compagni di caccia, hanno pian piano iniziato rendermi sempre più curiosa e interessata ad un mondo che di certo non faceva parte di una bambina così piccola.
Ed è così che è iniziato tutto. Da piccola dicevo sempre, a quello che poi sarebbe diventato in futuro il mio capocaccia, di tener libero un posto per me all’interno della squadra, perché non appena fossi stata abbastanza grande avrei preso il porto d’armi e mi sarei aggiunta a loro, e lui sorrideva e ogni volta mi rispondeva sempre che sicuramente da grande avrei avuto ben altro a cui pensare e che la caccia sarebbe stato l’ultimo dei miei interessi. Si sbagliava.
Subito dopo aver conseguito la laurea, ho preso la licenza di caccia ed ho occupato il posto che gli avevo chiesto tanto tempo prima. I primi anni di porto d’armi ho praticato tutte le forme di caccia, migratoria, stanziale e ovviamente la caccia in battuta al cinghiale, che mi ha da sempre appassionata, poi con il passare del tempo, mi sono concentrata soprattutto su quest’ultima. La caccia è stata una costante della mia vita da sempre, con il tempo grazie anche al mio titolo di studio, ho potuto fare della mia più grande passione anche un lavoro.
Sono Vice Presidente della sezione Federcaccia comunale di Arcidosso, presso la quale svolgo da ormai più di 10 anni dei corsi per il rilascio di porto d’armi ad uso venatorio, cercando di incentivare tanti giovani (e anche molte ragazze) ad avvicinarsi a questo mondo e a praticare la caccia. Qualche anno fa ho lavorato presso la sezione provinciale Federcaccia di Grosseto, e oggi, da ormai due anni, lavoro presso l’ATC 8 Siena Sud.
In nome della caccia, con l’aiuto della mia associazione, ho portato e sto portando avanti molte iniziative, tutto perché credo fermamente che l’attività venatoria sia un qualcosa che va ben oltre al semplice atto che ti permette di portare a casa quel carniere tanto desiderato. La caccia è molto di più. La caccia è spensieratezza, è aggregazione, è conoscenza, è responsabilità verso un mondo che ti ospita al suo interno come parte di esso, è rispetto verso un selvatico la cui sola presenza ti regala emozioni che nient’ altro è in grado di farti provare. Purtroppo al mondo in cui viviamo oggi, i cacciatori, vengono additati come spietati assassini e la caccia viene vista come una pratica crudele in cui si pensa solamente a togliere la vita a degli animaletti innocenti, ma uno tra i compiti più importanti di un cacciatore, è proprio quello di far capire alle generazioni future che non è così. Con orgoglio infatti, sto iniziando a far conosce a mio figlio di soli 5 anni il mondo della caccia sotto ogni sfaccettatura, proprio come mio padre ha fatto e fa ancora oggi con me, e non c’è niente di più bello al mondo del condividere una passione in comune con il proprio figlio, rivedere in lui quella stessa curiosità e interesse che provavo io alla sua età, vederlo ascoltare i miei racconti, portarlo con me negli stessi luoghi, nella speranza che vivere la natura come sta facendo oggi gli dia la possibilità un giorno di vivere le stesse emozioni che ho sempre provato io.
Essere cacciatrice non è sempre stato tutto rose e fiori, specialmente i primi anni in cui ho conseguito la licenza di caccia. Le mie amiche non capivano perché rinunciassi ad una serata in discoteca per alzarmi all’alba per andare a caccia, oppure perché mi portassi dietro i vestiti per cambiarmi in macchina al ritorno da una serata perché a quel punto mi conveniva restare sveglia e andare direttamente a caccia. La mia fortuna più grande poi è stata quella di cacciare insieme a delle persone che mi hanno vista crescere, che considero una famiglia, e che mi hanno sempre vista un cacciatore come loro, mentre altri mi dicevano a battuta (ma con un pizzico di sarcasmo) che le donne dovrebbero restare a casa invece di andare a caccia.. Ho sempre sorriso a queste velate provocazioni e non gli ho mai dato ascolto, anzi, mi hanno spinta oggi a creare insieme ad altre mie colleghe cacciatrici un gruppo di donne che condividono con noi la stessa passione per la caccia, con le quali organizziamo eventi come quello della “braccata rosa” che sotto la bandiera CCT ha riunito un gruppo tutto al femminile di donne senza licenza per uso venatorio che si sono recate all’interno di un area addestramento cani durante una simulazione di caccia al cinghiale in braccata, armate solamente di macchina fotografica, tanta curiosità e adrenalina, per far loro provare la meravigliosa esperienza della braccata, con l’aiuto dei nostri amici ausiliari, e il brivido dell’uscita del selvatico dal bosco. Questa esperienza ha riscosso un incredibile successo, tanto che le signore che hanno partecipato ci hanno chiesto di organizzare quanto prima un altro evento simile.
Insomma, la mia vita gira intorno alla caccia e non potrei esserne più felice, accompagnata ogni giorno da mio padre (il mio mentore) da mio figlio (il mio futuro) e i miei compagni di caccia (la mia famiglia da sempre).