"Confermo di avere la licenza di caccia e di attuare la pratica venatoria dove la legge italiana lo consente". Lo ha detto Giambattista Bosio, nuovo Presidente dell’ente di gestione della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, rispondendo alle polemiche degli ambientalisti.
"Non vedo come questo possa inficiare la mia capacità di gestire una riserva naturale" ribatte Bosio alle accuse. Votato all'unanimità, Bosio è ex ufficiale del corpo ittico venatorio della polizia provinciale di Brescia, esperto di caccia e pesca, ha gestito le deleghe ambientali per la Procura di Brescia.
Secondo Bosio, essere cacciatore non è un limite, semmai una potenzialità. "Tra i miei obiettivi - dice - c’è la messa in sicurezza delle Torbiere del Sebino, tra cui il taglio di alberi pericolanti sulle strade del perimetro. Voglio anche la sistemazione di tutti i percorsi con ponti e viottoli. Non solo: ristabilirò il contatto con tutte le guide della Riserva: anche con quelle che negli anni non sono mai state contattate e che sono state, non si sa per quale motivo, depennate" .
Ma Bosio non è il solo ad avere la licenza di caccia. Da Legambiente lamentano che su cinque membri del Cda almeno tre hanno la licenza di caccia, compresa l’ex presidente Soncini. "Ci rivolgeremo al Ministero e poi a tutte le altre realtà politiche. È impensabile che i cacciatori si impossessino della Riserva" dichiara Silvio Parzanini di Legambiente. "Non ho niente da dire a Legambiente – trisponde Bosio – se non che molti cacciatori di Federcaccia sono pronti a venire a pulire gratis l’area".