Invece di concentrarsi sui motivi che hanno determinato la moria di oltre duemila uccelli nell'oasi Valle della Canna la passata estate, ovvero le presunte negligenze di chi avrebbe dovuto mantenere le condizioni ottimali dell'area umida, e di riconoscere il grande lavoro di volontariato dei cacciatori in quei giorni, la direttrice del Parco, Maria Pia Pagliarusco, se la prende con la caccia.
Durante il dibattito in commissione ambiente sul caso, Pagliarusco ha dichiarato che quanto è accaduto è grave ma che comunque con l'attività venatoria muoiono molti più esemplari rispetto a quelli colpiti dal batterio. Risponde in una nota la Fidc di Ravenna, definendo quelle della direttrice del Parco, "affermazioni gravi, sconcertanti e fuori luogo".
"L'attività venatoria è un'attività lecita e normata - dichiara l'associazione -, altrettanto non può dirsi per quanto accaduto in Valle. Per secoli i cacciatori hanno garantito la salute e la prosperità della Valle, mantenendole in equilibrio, intervenendo quando e dove necessario e soprattutto sapendo bene come farlo". Evidentemente altrettanto non è accaduto quando a gestire l'area sono stati gli ambientalisti.