In una nota Arci Caccia Toscana, Enalcaccia Toscana, ANLC Toscana e Italcaccia Toscana esprimono perplessita' per quanto ipotizzato dalla Cia durante il convegno tenuto a Firenze il 27 novembre.
"Se concordiamo con i dirigenti dell’associazione quando chiedono a gran voce una revisione della legge 157/92 e un potenziamento della filiera della carne di selvaggina, non possiamo assolutamente condividere qualsiasi idea che vada in direzione di una privatizzazione della caccia e della gestione faunistica. Quindi combatteremo ogni ipotesi che preveda un rapporto di proprietà tra selvaggina e proprietari dei fondi, possibilità di intervento “privatistico” degli agricoltori nei contenimenti e ancor di più la formazione di “gruppi armati” di operatori stipendiati che si sostituiscano alla gestione pubblica dei cacciatori".
"Certo - proseguono le associazioni toscane -, siamo solidali con gli agricoltori che vengono danneggiati dagli ungulati, infatti, i soldi degli indennizzi vengono dalle nostre tasche, ma ci opporremo con ogni mezzo a qualsiasi tentativo, plateale o mascherato, di andare verso un’abolizione dell’articolo 842, fondamento dell’attività venatoria come la conosciamo. Così come ci siamo opposti all’autorizzazione per emendamento di nuovi istituti privati in spregio della programmazione faunistica. Piuttosto, rivolgiamo un forte appello agli agricoltori per affrontare insieme le problematiche Venatorie, ribadendo la centralità della caccia sociale. Restiamo in attesa della convocazione di quel tavolo di lavoro comune, per cui, anche la Cia Nazionale si era impegnata".