Il Coordinamento Nazionale Cacciatrici Federcaccia è diventato realtà. E’ nato ufficialmente sabato scorso in occasione dell’Assemblea generale FIDC svoltasi a Roma. Introdotto da presidente Massimo Buconi che lo ha fortemente sostenuto, il gruppo donne Fidc è stato presentato dalla sua coordinatrice Isabella Villa, federcacciatrice ligure, consigliere regionale e membro della commissione cinofila nazionale (vedi presentazione su BigHunter.it).
“L’idea – ha spiegato – era nata già qualche anno fa, quando la Fidc era guidata da Gian Luca Dall’Olio. Con l’amica cacciatrice Paola Tarantola eravamo reduci da due esperienze di caccia al femminile in Slovenia e in Estonia e – prese dall’entusiasmo - volevamo riportare in Italia quanto già sperimentato con successo dalle colleghe straniere. Ma forse i tempi non erano ancora pronti. Oggi lo sono”.
D’altra parte la caccia è nata al femminile con Artemide e Diana, divinità rispettivamente della religione greca e romana, mentre di donne cacciatrici si legge anche nella letteratura italiana del Cinquecento, con Torquato Tasso che nella sua favola pastorale AMINTA narra, appunto, la storia di un giovane pastore che si innamora di una ninfa mortale, Silvia, dalla quale non viene ricambiato perché lei ha come unico amore la caccia. E la storia è piena di donne che già dal Medioevo si sono dedicate alla caccia: da Caterina de’ Medici a Maria d’Ungheria, da Elisabetta I regina d’Inghilterra, all’imperatrice Sissi. Ma questo era il passato.
Nella sola Federcaccia oggi ci sono quasi 1300 donne. Ma perché è nato questo gruppo? “Non certo per contrapporci alle associazioni al maschile dove purtroppo ci sono ancora tanti uomini che ci guardano con un certo scetticismo – spiega Isabella - Siamo nate per difendere la nostra passione dai tanti attacchi strumentali e ignoranti che arrivano da certa opinione pubblica e per far questo forse il tocco femminile non guasta. I nostri obiettivi sono tanti ed ambiziosi, ma sono convinta che raggiungerli non sarà impossibile perché le donne – consentitemelo- sono spesso più tenaci e perseveranti degli uomini. Noi ci proponiamo di promuovere l’ETICA della caccia in tutte le sue forme, creando una dinamica femminile nel mondo venatorio per cercare proprio di farci accettare anche da chi osteggia la nostra passione. La gente, l’opinione pubblica, deve smetterla di considerarci come “gli assassini di Bambi”. La caccia non è solo l’abbattimento del selvatico, ma tutto il mondo che ci gravita intorno”.
“La caccia – aggiunge - rappresenta la nostra storia, le nostre tradizioni. Dobbiamo far capire che i prelievi venatori vengono fatti sulle basi di piani redatti da istituti scientifici e che regolamentare il numero di selvatici significa preservare le specie, non portarle all’estinzione. Per far questo vogliamo partire dalla sensibilizzazione dei più piccoli, entrando in punta di piedi nelle scuole per far conoscere ai bambini, anche accompagnandoli sul territorio, le bellezze del bosco e dei suoi abitanti. Vogliamo far conoscere i vari animali che abitano le nostre zone rurali, insegnare il rispetto verso di loro e verso l’ambiente dove essi vivono”.
Un altro dei temi è l’ambiente. “Ai bambini, ma non solo a loro vogliamo spiegare che sono i cacciatori – e le cacciatrici – i veri custodi del bosco. In tempi in ci tutti si riempiono la bocca parlando di ambiente e scendono in piazza lasciando dove passano strati di immondizia, deve passare il messaggio che siamo noi a tener puliti i boschi e a renderli fruibili a tutti, dalle famiglie, ai cercatori di funghi, ai ragazzini in mountain bike. Vogliamo far capire che i cacciatori sono i garanti delle biodiversità”.
E poi c’è la cucina. “La caccia è anche cucina - conferma Isabella - e in linea con gli studi promossi dalla Fondazione Una (uomo natura ambiente) vogliamo far conoscere i valori nutrizionali delle carni di selvatico”.
“La presenza sul territorio e la comunicazione a tutti i livelli - sottolinea - saranno fondamentali per lanciare il nostro messaggio. Vogliamo impegnarci per la cinofilia perché anche questo è un modo per avvicinare giovani al mondo della caccia. Questo gruppo - sia ben chiaro - non vuole contrapporsi al mondo della caccia al maschile, vuole affiancarlo per lavorare insieme, alla pari, senza quei pregiudizi che purtroppo ancor oggi accompagnano certi uomini, offrendo un punto di vista diverso, perché solo lavorando insieme la nostra passione potrà avere un futuro”.
Dal punto di vista pratico il Coordinamento delle donne di Federcaccia avrà delle referenti regionali che si occuperanno delle iniziative promosse dalle cacciatrici della loro regione per riportarle poi a un cabina di regia guidata da Isabella che deciderà cosa varrà la pena i promuovere a livello nazionale.