Federcaccia Marche e Libera Caccia Marche, esprimono tutto il loro compiacimento per la sentenza della Corte Costituzionale di ieri 4 dicembre con la quale la Consulta ha respinto l’impugnativa del Governo ed ha dichiarato infondata la questione di legittimità (sollevata dallo stesso Governo) sulla legge regionale della Regione Marche del 7 novembre 2018 che ha consentito ai cacciatori di annotare i capi abbattuti sul tesserino venatorio dopo l’abbattimento accertato, introducendo appunto la possibilità dell’avvenuto accertamento prima dell’annotazione.
"La Corte Costituzionale, con l’importante sentenza - scrivono i presidenti Paolo Antognoni e Giancarlo Gasparini - , ha precisato che nei casi di mancata evidenza dell’effettiva uccisione del capo di fauna selvatica, può essere necessario uno specifico accertamento prima dell’annotazione sul tesserino. La norma della Regione Marche non è quindi in contrasto con la norma statale".
"Ciò è utile tra l’altro - precisano - , dice la Corte, ed avitare che, anche a fini statistici, vengano annotati come abbattuti e quindi prelevati, capi che invece restano in vita contribuendo cosi a pregiudicare informazioni affidabili necessarie invece per la corretta gestione e tutela della fauna selvatica".
I presidenti delle due associazioni venatorie ringraziano la Regione "per aver prima adottato e poi difeso la legge regionale del 7 novembre 2018, contribuendo così a fare chiarezza su un punto fortemente pregiudizievole per il corretto esercizio dell’atttività venatoria, dopo che una scriteriata innovazione al riguardo era stata improvvidamente introdotta nella legge quadro nazionale".