Alla Commissione ambiente del consiglio regionale del Piemonte la settimana scorsa è iniziato l’esame e la discussione generale della proposta di legge numero 41, che mira al contenimento dei cinghiali. Per farlo, si prevede l’utilizzo di mezzi motorizzati su strade comunali e vicinali non solo ai soggetti incaricati ad esercitare operazioni di controllo faunistico e al prelievo venatorio ma anche ai cacciatori privati.
Tecnicamente, si tratta delle "Modifiche alla legge regionale 2 novembre 1982, numero 32, Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale”, che oggi impedisce appunto l’accesso a queste particolari strade da parte di chi esercita attività venatoria.
La seduta, presieduta da Angelo Dago, è iniziata con l’intervento dei relatori, Paolo Ruzzola (Fi) per la maggioranza, Giorgio Bertola (M5s) e Diego Sarno (Pd) per le opposizioni. Ruzzola, che è primo firmatario della Pdl, ha ricordato la necessità di un contenimento degli ungulati, in particolare dei cinghiali, che stanno causando gravi problemi sull’intero territorio piemontese. I comparti maggiormente colpiti sono quello agricolo e automobilistico, anche con incidenti mortali, provocati sia dall’elevato numero di animali, sia dalle carenze di organico delle guardie venatorie.
Bertola si è detto contrario alle modifiche richieste poiché la legge era già stata modificata la scorsa legislatura proprio per contenere l’attività venatoria, mentre oggi si creerebbe una facilitazione a favore dei cacciatori: “Il contenimento della fauna è un’attività di tipo pubblicistico e le modifiche proposte incideranno negativamente sulla vita degli animali presenti”, ha spiegato Bertola.
Sarno, invece, ha rimarcato l’aspetto di carattere ambientale del provvedimento e non venatorio. “È tuttavia necessario reperire le risorse per assumere nuovi soggetti preposti al controllo del territorio e al rispetto delle norme vigenti”, ha aggiunto.