Risale a ben 43.900 anni fa ed è definita dalla rivista Nature come la più antica scena di caccia mai scoperta. La pubblicazione scientifica porta il nome degli archeologi Maxime Aubert e Adam Brumm della Griffith University australiana.
Si tratta di un dipinto che rappresenta figure umane stilizzate a caccia con lance e corde, in parte umane e in parte animali (teriantropi), accanto a quelle di due maiali e quattro bufali nani appartenenti a specie che vivono ancora oggi nelle foreste dell'isola di Sulawesi, dove si trova la grotta. "I cacciatori sono stati rappresentati con teste di uccelli, rettili e altre specie faunistiche di Sulawesi", osserva uno degli autori della ricerca, Adhi Agus Oktaviana. Tutte le figure sono state dipinte nello stesso stile e usando lo stesso pigmento rosso scuro.
Dato il valore allegorico e immaginativo, questo dipinto potrebbe essere la prova più antica mai rinvenuta sulla capacità dell'uomo di astrarsi e immaginare l'esistenza di esseri soprannaturali.. "Queste immagini potrebbero essere la prima prova della nostra capacità di concepire cose che non esistono nel mondo naturale, un concetto che è alla base della religione moderna", osserva Brumm.
"I teriantropi - aggiunge - sono presenti nel folklore o nella narrativa di quasi tutte le società moderne e sono percepiti come esseri ancestrali in molte religioni in tutto il mondo. Sulawesi ospita l'immagine più antica di questo tipo, precedente all'Uomo-leone di Hohlenstein Stadel, in Germania, una statuetta raffigurante un uomo dalla testa di leone realizzata 40.000 anni fa e considerata finora la più antica del genere".