Rimangono a Belluno le funzioni specifiche per l’esercizio delle attività di caccia e pesca, che altrimenti, a seguito della legge Delrio, erano diventate di competenza regionale. Lo ha comunicato ieri una nota della stessa Provincia.
A Palazzo Piloni è infatti stato presentato lo schema di convenzione con la Regione Veneto per l’esercizio di particolari forme di autonomia in materia di caccia e pesca (in attuazione della legge 25/2014) licenziato in consiglio provinciale. "Si tratta di un provvedimento importante per l’esercizio della caccia e della pesca in provincia - commenta il consigliere delegato, Franco De Bon - perché rappresenta il primo riconoscimento della specificità di Belluno e in particolare della grande qualità dimostrata negli anni nella gestione provinciale e nella tutela della fauna selvatica".
Alla conferenza stampa erano presenti anche i rappresentanti del mondo venatorio e alieutico, i distretti e le riserve di caccia, e i bacini di pesca. "Potranno rimanere in Provincia tutti i punti caratterizzanti che riguardano la gestione della caccia e della pesca", ha spiegato De Bon. "Entrando nello specifico, abbiamo ottenuto che all’interno del piano faunistico regionale, la Provincia partecipi con un suo documento allegato. Possiamo predisporre un regolamento sulla concreta applicazione delle attività delle riserve. E anche il calendario venatorio può essere gestito dalla Provincia; lo abbiamo già visto quest’anno, con l’apertura della caccia in anticipo rispetto a tutte le altre zone del Veneto. Da ultimo, siamo riusciti a fare in modo che gli esami per l’attività della caccia siano effettuati presso la sede provinciale, da una commissione costituita dopo aver sentito la Provincia di Belluno".