“Ho ricevuto una lettera minatoria: “Vorremmo solo vederti morta dopo mesi di sofferenze”, dice alla prima riga. E continua con serie minacce di morte: “Vogliamo saperti sotto terra mangiata dai vermi”. E' quanto riferisce la Consigliera di Fratelli d'Italia in Regione Lombardia, Barbara Mazzali.
"Tutto questo in una intera pagina piena di insulti - in prevalenza a sfondo sessuale con dettagli raccapriccianti - infamanti e sessisti - continua la consigliera -. Vengo attaccata in quanto “viscida schifosa” amica dei “bastardi cacciatori”. E si conclude con “Crepa al più presto” e “Muori! Muori! Muori!”. Il timbro postale è di Roserio, Milano, e la data è del 3 dicembre 2019.
Mazzali fa sapere di essersi rivolta alla questura "nella speranza che venga trovato l’autore della lettera e nella convinzione che tutte le violenze, soprattutto quelle contro le donne, vadano sempre denunciate". Sapere che c’è una persona, o un gruppo di presone, che mi minaccia di morte a pochi chilometri da dove lavoro, in Regione, è una sensazione che non auguro a nessuno. La violenza, la crudeltà e l’aggressività si percepiscono chiaramente tra le righe della lettera e lasciano un sentimento di paura e di impotenza. Ma il mio lavoro continuerà con ancora più forza”.
Intanto in una nota Federcaccia Lombardia ha espresso solidarietà e vicinanza alla Mazzali, sostenitrice delle istanze dei cacciatori, per le "ignobili minacce di morte ricevute".
Aggiornamento del 20/12/2019:
Anche l'Europarlamentare Pietro Fiocchi, compagno di partito e di battaglie della Mazzali, scrive: "Apprendo con sconcerto delle offese e della disgustosa violenza verbale di cui è stata oggetto la consigliera regionale di FDI Barbara Mazzali, a causa del suo impegno a favore dell’attività venatoria. All’amica Barbara va la mia solidarietà’ di europarlamentare e di cacciatore con l’incoraggiamento a perseverare nel lavoro quotidiano nel Consiglio regionale della Lombardia".
"Noi cacciatori - continua Fiocchi - non possiamo che rimandare al mittente le deplorevoli esternazioni di odio gratuito di chi non conosce assolutamente la nobiltà e l’utilità della Caccia; allo stesso tempo, da rappresentante del mondo venatorio nell’istituzione europea, mi sento ancora più spronato a lavorare perché cambi in senso positivo la percezione che talune persone hanno della nostra passione. E magari allora avranno anche il coraggio di chiedere scusa per le espressioni usate e la violenza verbale seminata attorno a loro".