In risposta ad un articolo de Il gazzettino Veneto del 31 dicembre scorso, dal titolo “I buffet dei cacciatori? Paga la Regione Veneto”, in cui si tiravano le somme dei contributi concessi alle associazioni venatorie per iniziative di educazione ambientale e venatoria, come prevede la legge dal 2018, Anlc risponde ai toni sarcastici dell'articolo, che, senza troppo girarci intorno lascia credere che tutti i soldi pubblici sono finiti a pagare pizzette, tartine e pranzi sociali.
Il Presidente Anlc Veneto Fabio Frigo sottolinea che i fondi concessi si riferiscono ad importanti attività di formazione e informazione sulla corretta gestione dell’ambiente, della fauna selvatica e contrasto al bracconaggio, convegni e attività pubbliche in tutto il territorio veneto aperti a tutti. "Serate all’insegna della legalità - scrive Frigo - , con vere e proprie lezione di legislazione venatoria, delle armi, civile e penale. Progetti, incontri, studi sul problema degli incidenti stradali con la fauna selvatica. Mesi di lavoro per cercare soluzioni".
Nel fornire le cifre dei contributi elargiti, la giornalista del Gazzettino, fa notare Frigo, dimentica di specificare che in Regione Veneto, i 45mila cacciatori versano ciascuno, ogni anno, la cifra di 84€, ovvero, “la bellezza di 3.780.000€”. “Penso che nessuno si debba sentire offeso – ribadisce il Presidente regionale di Anlc - se la Regione Veneto ci destina circa il 6% (350.000€ nel 2018 o 200.000€ nel 2019) di una somma che noi stessi versiamo, allo scopo di svolgere attività nell’interesse e aperte a tutti, cacciatori e non”. Frigo ricorda le tante iniziative di vigilanza volontaria contro il bracconaggio e le attività di studio degli uccelli migratori che Anlc porta avanti da anni grazie alla stazione di inanellamento (seguita dai tecnici Ispra) del Monte Pizzoc, molto importante per raccogliere dati che poi vengono portati sui tavoli di discussione della Commissione Europea a Bruxelles.