Ci risiamo. Un cacciatore muore, e, al solito, c'è chi, senza alcun rispetto per il dolore della famiglia, solo perché è vegano e contrario alla caccia, si sente autorizzato ad esprimere il proprio assurdo giubilo per l'accaduto, augurando la stessa fine a tutti gli altri cacciatori.
Ad esultare per la morte di Andrea Altea, assessore di Aggius, deceduto a seguito di un incidente di caccia, è stato addirittura un medico, tal Pasquale Mario Bacco, che non si è peritato a scrivere: "Bene. Dovrebbe succedere più spesso. Ogni cacciatore che muore si illumina una stella in cielo. Speriamo in un cielo pieno di stelle". Il fatto che sia stato proprio un medico, che per deontologia professionale dovrebbe avere a cuore la vita degli esseri umani in primis, ad augurare la morte ad altre persone, ha indignato parecchi utenti di facebook, tanto che per le tante critiche ricevute, il post è stato rimosso dal social network.
Quanto alle attese scuse niente da fare. Il medico barese, per nulla pentito, in un nuovo post, scagliandosi contro chi, indignato per quelle parole, ha inondato la sua bacheca a difesa del cacciatore, ha rincarato la dose ribadendo cosa pensa dei cacciatori: “Ogni tanto si sparano tra di loro e si ammazzano, provando cosa significa essere sparati. E questo mi dovrebbe dispiacere? Beh no, non mi dispiace affatto. A me i cacciatori fanno schifo e non sarò mai dispiaciuto per la morte di uno che per “sport” uccide e causa atroci sofferenze ad altri esseri viventi”.
E in un commento rivendica con toni concitati – e a tratti molto volgari - la propria libertà di opinione. Come prendersela con un uomo appena deceduto, che nemmeno si conosce, possa essere una questione di libertà, proprio non si capisce. Certo nell'era dei social ci siamo abituati a tutto, ma per fortuna abbiamo ancora la legge a ristabilire certi equilibri. Forse questo medico ignora che ci sono già state sentenze molto pesanti nei confronti di chi si è sfogato in passato in questo modo. Chi insultò Diego Moltrer (presidente del consiglio regionale del Trentino), morto durante la caccia, ancora si lecca le ferite dopo una salatissima condanna.