Mara Piccin (FI), consigliera regionale in Friuli, ha annunciato la volontà di depositare una proposta di legge nazionale a contrasto delle pratiche di disturbo all'attività venatoria. “Atti vandalici come quelli accaduti a Campoformido, uniti a campagne sempre più violente contro i cacciatori, sono inqualificabili” ha dichiarato Piccin, commentando l’incendio di due altane nella riserva di caccia di Campoformido appiccato da ignoti lo scorso 7 gennaio.
“La solidarietà che esprimo alla riserva per quanto accaduto – evidenzia la Piccin – non rimarrà fine a se stessa. Ormai siamo in pieno clima d’odio nei confronti dei cacciatori, per questo ritengo sia il momento di dare un segnale d’attenzione, da parte delle istituzioni, con nuove norme che contrastino chi impedisce un’attività lecita quanto radicata nella vita umana sin dalle origini. La proposta di legge nazionale di cui sarò prima firmataria prevede sanzioni a coloro che rechino, con il proprio comportamento, ostacoli all’esercizio della caccia e, in casi estremi, ne impediscano il libero e tranquillo svolgimento”.
“È preoccupante – osserva ancora l’esponente forzista – l’intensificarsi dell’intolleranza nei confronti di un’attività prevista e regolamentata della legge, esercitata da cittadini autorizzati dopo essere stati sottoposti a visite, controlli medici e verifiche di polizia, nei modi e nei tempi stabiliti dalla scienza e dalle istituzioni nazionali ed europee”.
“Posizioni ideologiche – commenta la Piccin – sono fuori luogo. Si assiste ormai con frequenza, nei confronti dei cacciatori, a ingiurie ed espressioni verbali violente sui social e non solo, ma anche ad atti di violenza tra i quali rientrano quelli dal sapore intimidatorio come nel caso di Campoformido, l’ultimo di una serie di intolleranze manifestatesi nel tempo”.
“Dal confronto – sottolinea la consigliera di Centrodestra – si è passati a un clima di odio. I cacciatori hanno sempre dimostrato di rispettare posizioni diverse, non altrettanto si può dire nei loro confronti. Si tratta di atti che vanno puniti e non sottovalutati. Va ricordato – conclude Piccin – che anche la Corte di giustizia dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha sentenziato già, nel 2011, che la caccia fa parte della gestione e della conservazione della natura e ha una rilevanza pubblica necessaria e giustificata”.