Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato le linee guida per il nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale. Il documento è stato presentato in aula dall’assessore Marco Remaschi, prima del dibattito consiliare e del voto di alcuni orientamenti per il Piano faunsitico.
La futura pianificazione dovrà infatti tenere conto anche di alcune volontà votate dall’Aula. Come la salvaguardia delle autorizzazioni in essere sui capanni di caccia sul lago Massaciuccoli, oggetto di una proposta di risoluzione approvata e illustrata dal presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli, che impegna la Giunta a “valutare le forme più opportune per consentire a cessione in vita o dopo la morte dei titolari”.
Il Consiglio ha approvato anche alcune proposte delle opposizioni a cominciare da quelle presentate dalla Lega per “incrementare azioni di contrasto alla proliferazione di specie ibride; limitare la presenza del lupo in aree dedite alla pastorizia; proteggere i raccolti e gli animali da pascolo”. Il gruppo guidato da Elisa Montemagni chiede inoltre il “rimborso completo dei danni subiti da agricoltori e allevatori per il sovrannumero di alcune specie animali”.
Votata anche una proposta di risoluzione presentata da Sì-Toscana a sinistra per l’incremento delle risorse previste a sostegno dei centri di recupero della fauna selvatica. Il Consiglio ha respinto invece gli atti presentati dal Movimento 5 stelle che puntavano all’ampliamento delle fasce di rispetto e di divieto assoluto di caccia in zone adiacenti a quelle colpite da incendi; per vietare la pratica dei richiami vivi e per il superamento delle munizioni contenenti piombo.
In sede di dibattito è emerso il “ritardo” della Giunta nel predisporre la nuova pianificazione. In particolare Montemagni ha ricordato che si parla del Piano “dal 2015. Le colpe della maggioranza penalizzano tutta la Toscana che aspetta risposte da anni”. Secondo la capogruppo della Lega, l’informativa è “solo un contentino per qualche associazione ambientalista in vista del voto per le regionali”.
Per il consigliere del gruppo misto Roberto Salvini, è “inutile parlare di ritardo. Occorre fare un buon lavoro e tracciare indirizzi concreti su produzioni e sicurezza dei territori”. Il vecchio Piano, per Salvini, è “superato” perché “disegnato su una fauna che non esiste più”.
Critico è stato anche il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori: “Il Piano si preannuncia modellato sui desiderata del mondo venatorio. Si dimentica che è previsto da norme nazionali soprattutto per tutelare la fauna selvatica”. A detta del consigliere dovrebbero “tornare centrali le politiche di salvaguardia della biodiversità” e si dovrebbero “estendere le aree protette di Padule del Fucecchio”.
Plauso alle linee guida tracciate da Remaschi è arrivato dai consiglieri Pd Simone Bezzini e Andrea Pieroni. Il primo ha rilevato come il Piano sia una “valida cornice” e ha anche ricordato il ruolo strategico del volontariato venatorio: “Non deve essere sottovalutato perché la gestione della fauna passa dalla pratica diffusa del no profit”. Pieroni ha invece giudicato il lavoro della Giunta “serio” e, citando la conferenza sulla caccia svoltasi a Grosseto nel giugno 2019, già ricordata dall’assessore toscano, ha elogiato il lavoro di “confronto e condivisione” giudicandolo un “punto di svolta”. “La strada da percorrere è quella del rafforzamento dell’alleanza tra i diversi soggetti in campo”.
In chiusura Remaschi ha annunciato un intervento della Toscana per sollecitare una revisione della normativa nazionale che sia “funzionale ai cambiamenti avvenuti negli anni”. “La materia è complessa – ha ribadito – ma l’approccio del confronto e della condivisone è la strada giusta da seguire”.