E' stato ritirato il disegno di legge sulla caccia presentato dall'Assessora leghista Giulia Zanotelli in Provincia di Trento. Dopo mesi di discussioni, è stato un vero e proprio colpo di scena. Le cronache trentine riferiscono che nel bel mezzo della discussione del disegno di legge, dopo un lungo dibattito, la Zanotelli abbia preso la decisione di ritirare il proprio ddl prendendo atto della posizione ostruzionistica delle minoranze, che avevano presentato 72 ordini del giorno e 1700 emendamenti.
Il ddl prevedeva un aumento delle sanzioni per gli illeciti di caccia ma anche l'abolizione del Comitato faunistico venatorio. Michele Dallapiccola (Patt) durante il suo intervento ha accusato la giunta leghista di dilettantismo: “hanno affrontato il problema con i piedi e presentato il ddl come dilettanti allo sbaraglio, credendo che il fatto di aver tolto di mezzo il Comitato faunistico sarebbe stato compensato dall'inasprimento delle sanzioni”. “Se la Giunta avesse avuto il coraggio di mediare si sarebbe arrivati all'approvazione del disegno di legge” ha ribadito.
Dello stesso avviso anche Paolo Ghezzi (Futura) che di fronte alla proposta di un nuovo confronto da parte dell'assessora, ha dichiarato l’intenzione di non ritirare alcuno degli emendamenti presentati: “il peccato originale di questo disegno di legge è la soppressione del Comitato faunistico con le rappresentanze degli ambientalisti. Solo se ci fossero segni di ravvedimento in questo senso si potrebbe pensare ad un’apertura”.
A difendere il ddl è intervenuta Alessia Ambrosi (Lega). “L’obiettivo finale – ha dichiarato - è quello di riconoscere la caccia come attività degna di tutela. Anche i cacciatori dovranno fare in questo senso un passo avanti dal punto di vista comunicativo e di immagine evitando atteggiamenti che potrebbero irritare anche il più moderato degli ambientalisti. Ambrosi ha concluso ringraziando il corpo forestale e sottolineando che la gestione venatoria parte già da un livello molto alto”.