Si avvicina il traguardo per il Piano faunistico-venatorio regionale della Regione Marche. La proposta di atto amministrativo della Giunta è stata licenziata a maggioranza (contrario Piergiorgio Fabbri, M5s) dalla seconda commissione che l'ha trasmessa a Cal e Crel per i pareri di competenza prima della discussione in Aula.
“Dopo un approfondito esame - spiega il Presidente della stessa commissione, Gino Traversini (Pd), relatore di maggioranza – siamo giunti a una sintesi accogliendo anche diverse osservazioni presentate nel corso delle audizioni con Atc, cacciatori, agricoltori e ambientalisti. Entro la fine di febbraio contiamo possa terminare il suo iter con la discussione e votazione da parte dell’Assemblea legislativa”.
Il Piano, il primo a valenza regionale dopo il passaggio delle competenze in materia dalle Province alle Regioni, definisce le linee guida per la gestione della fauna e dell’attività venatoria nella regione tenendo conto delle caratteristiche ambientali del territorio. “Si chiude una lunga fase - sottolinea Piero Celani (FI), relatore di opposizione - di polemiche e incertezze. Siamo soddisfatti del risultato raggiunto anche perché il Piano riesce a venire incontro alle esigenze delle varie componenti del mondo venatorio, gli ambiti territoriali di caccia, le associazioni venatorie e quelle degli agricoltori". Entrando nel dettaglio Celani evidenzia come "siamo riusciti a superare, per quanto riguarda le zone sottoposte a tutela, il minimo richiesto dalla norma, pari al 21 per cento del territorio, arrivando al 21,7 per cento con prospettiva – evidenzia - di raggiungere il 24 per cento". E ancora: "Viene reintrodotto, al posto dell'indennizzo, il concetto di risarcimento per gli agricoltori che devono far fronte ai danni prodotti dalla fauna selvatica. Abbiamo prestato anche grande attenzione all’individuazione delle aree per l’addestramento dei cani, le cosiddette Zac, che dovranno essere almeno una per ogni ambito territoriale di caccia”. Il Piano faunistico-venatorio regionale una volta ottenuto il via libera dall’Assemblea legislativa resterà in vigore cinque anni. (Regione Marche)