Il Prof. Silvio Spanò ha tradotto in italiano il lavoro di ricerca condotto in Francia del collega Philippe Vignac sullo status di conservazione della beccaccia ai fini di una corretta gestione venatoria.
La ricerca evidenzia come negli ultimi 17 anni i prelievi in Europa siano diminuiti. Nel 2000, Yves Ferrand e François Gossmann (Réseau Bécasse Oncfs) stimavano i prelievi annuali di beccacce in Europa tra 3 e 4 milioni. Nel 2017 gli stessi ricercatori li stimavano tra 2 e 3 milioni: i Paesi che prelevano la maggioranza delle beccacce sarebbero, nell’ordine: Francia, Italia, Grecia, Spagna, Russia, Regno Unito, Irlanda, cui bisogna aggiungere i paesi di transito (turismo cinegetico) e la Turchia. Se per Italia, Grecia e Spagna si hanno però solo stime, spesso contraddittorie o addirittura fantasiose, il prelievo è pressochè sconosciuto in Turchia e soprattutto nei paesi di transito.
La Francia è certamente il Paese europeo che preleva più beccacce. Coerentemente è anche quello che possiede oggi stime dei propri prelievi più vicine alla realtà, grazie alle inchieste dell’Oncfs. Tramite i dati raccolti dall'Oncfs in Francia è stata acclarata la consistenza dei prelievi di beccacce in 34 anni, dalla quale si può dedurre la diminuzione del numero di esemplari svernanti in Europa, causa i cambiamenti climatici, i pesticidi e la perdita di habitat.
Secondo Vignac - pur senza dati oggettivi che lo dimostrino scientificamente - non è calata invece la pressione venatoria sulla beccaccia, anche se il numero dei cacciatori francesi è consistentemente diminuito. Per questo, il ricercatore francese suggerisce l'opportunità di prendere ragionevoli provvedimenti per riequilibrare la situazione.