“Regione Lombardia ha riconosciuto nei giorni scorsi che la proliferazione incontrollata delle nutrie è un’emergenza. Chiedo all’assessore che faccia lo stesso anche con i piccioni, come ho scritto in un’interrogazione a risposta scritta che ho depositato". Lo dichiara Barbara Mazzali, consigliere di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia.
"La proliferazione di questi uccelli - spiega Mazzali - sta provocando ingenti danni al comparto agricolo e zootecnico, nonché al patrimonio storico artistico di molti centri urbani. A questo si aggiungono i rischi sanitari facilmente comprensibili. Alcune regioni, tra cui la confinante Emila Romagna, hanno adottato un sistema centrale basato su un unico Piano Regionale per ciascuna specie oggetto di controllo come nel caso del “Piano quinquennale di controllo del colombo o piccione di città”, che consente di coordinare l’intera attività sul territorio regionale anche attraverso l’importante contributo degli operatori faunistici abilitati. E’ stata anche prevista una autorizzazione al prelievo del piccione, al fine di prevenire i danni alle coltivazioni agricole.
"Nella mia interrogazione - continua la consigliera regionale - ho chiesto quindi quali siano i motivi per cui non si sia proceduto alla redazione di un unico piano regionale per il controllo del piccione o colombo di città, che avrebbe consentito un approccio attuativo e omogeneo sull’intero territorio. Inoltre ho chiesto all’assessore “se non ritenga necessario, alla luce di quanto già attuato da alcune regioni, attuare il controllo del Piccione o colombo di città con l’ausilio del “prelievo in deroga” in attività di caccia e in caso affermativo se tale opzione sia attuabile dalla prossima stagione venatoria”.
"In attesa di una risposta - chiude Mazzali - , torno a sottolineare come anche in questo caso - come per le nutrie, i cinghiali e i selvatici che proliferano senza controllo – alcuni animali stanno creando non solo gravi danni ai nostri agricoltori, ma anche disarmonia nell’ecosistema, che non è più bilanciato e controllato. Il territorio lombardo è un bene troppo prezioso per non curarlo con la massima attenzione”.