Dal primo gennaio, l'Agenzia francese per la biodiversità e l'Ufficio nazionale per la caccia e la fauna selvatica si sono uniti nel nuovo ufficio francese per la biodiversità. Il che significa anche che i cacciatori sono finalmente considerati dei gestori dell'ambiente e dei tutori della biodiversità. Questo grazie anche alla riforma della legge nazionale sulla caccia, che ha destinato risorse allo sviluppo delle competenze scientifiche ed ecologiche connesse all'attività venatoria.
L'Ufficio francese per la biodiversità (OFB), posto sotto la supervisione dei ministri dell'ambiente e dell'agricoltura, integra le missioni dei due dipartimenti, mettendo a sistema verso un'unica strategia, i vari progetti di monitoraggio, conservazione e gestione della fauna e dell'ambiente e i campi di intervento dei 2.800 agenti dell'Agenzia francese per la biodiversità (AFB).
L'OFB interagisce direttamente con il mondo della caccia e in particolare con le federazioni dei cacciatori, così come con le altre associazioni che operano nell'ambito della natura, oltre che con le autorità locali, gli enti pubblici e i gestori delle aree protette, attingendo alle competenze di tutti gli attori coinvolti.
Ve lo immaginate, in Italia, il Ministro Costa che chiede l'opinione dei cacciatori e mette a sistema i dati delle associazioni venatorie, prima di esprimersi su un dato problema di gestione faunistica?