Wwf e Legambiente in Toscana protestano per la modifica alla legge regionale sulla caccia, ora all'esame del consiglio regionale. Gli ambientalisti si oppongono alla possibilità di cacciare il cinghiale tutto l'anno e in aree prima sottoposte a divieto di caccia. In particolare si oppongono alla facoltà per la Regione di intervenire anche nelle aree protette con operatori abilitati (in possesso di licenza di caccia). “Dovrebbe essere previsto, in primis, l’utilizzo di mezzi selettivi e senza sparo (catture) e, in ogni caso, l’utilizzo di personale istituzionale col divieto rigido delle forme di caccia più invasive e dannose, quali la braccata” scrivono le associazioni toscane.
“Assurdo poi – continua la nota – mettere a carico del soggetto gestore di un’area naturale protetta, di qualsiasi tipologia, l’onere dei danni alle produzioni agricole, a quanto risulta dal testo, anche laddove il gestore metta in atto azioni di studio, prevenzione ed eventuale controllo". Protestano poi contro la riduzione dal 10 al 5% la quota parte delle iscrizioni dei cacciatori, che normalmente è devoluta per le Polizie Provinciali.
Le due associazioni supportano invece la proposta di legge 314, avanzata dai consiglieri Tommaso Fattori e Paolo Sarti che chiede la cancellazione della disposizione già in vigore che destina l’8% dei proventi dalle tasse di concessione regionale per la caccia, a favore delle associazioni venatorie “per le proprie attività e iniziative istituzionali”. Secondo Wwf e Legambiente questi fondi dovrebbero essere destinati al risarcimento dei danni alle produzioni agricole.