I cinghiali in Italia sono passati da 500 mila unità del 2010, al milione di esemplari di oggi. I motivi di questa crescita incontrollata, secondo Piero Genovesi, Ispra, intervistato dall'Adnkronos, sono da ricercarsi in diversi fattori.
"Da un lato - ha detto - ci sono stati mutamenti ambientali, come la crescita dei boschi a causa del forte abbandono delle campagne, che hanno creato gli ambienti adatti a questi animali, dall'altro una maggiore regolamentazione della caccia, ovvero più aree protette che hanno creato ambienti idonei alla crescita della fauna e del cinghiale in particolare". Altri fattori richiamati da Genovesi, le immissioni a scopo venatorio del secolo scorso, ora illegali, ma anche le ibridazioni in alcuni contesti con i maiali domestici, che ha fatto incrementare i tassi di riproduzione.
Secondo il tecnico Ispra, infine, sarebbe necessario che questa risorsa fosse valorizzata attraverso l'attivazione di una filiera controllata della carne selvatica.